Posts Tagged ‘Joseph Ratzinger’

Peter Seewald e Benedetto XVI

Ultime conversazioni

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Benedetto XVI – Seewald Peter
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240 pagine
€ 12.90
ISBN 978881168824-2

Benedict XVI, Peter Seewald, Luigi Accattoli and other

Benedict XVI, Peter Seewald, Luigi Accattoli and other

Benedetto XVI: Sudamerica era pronto per un papa.

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Benedetto XVI – Seewald Peter
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240 pagine
€ 12.90
ISBN 978881168824-2

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C’era da aspettarsi che il Sudamerica
avrebbe assunto un ruolo importante.


E’ il più grande continente cattolico,
nel contempo quello più sofferente,
oppresso dai problemi.


In Sudamerica
ci sono veramente grandi vescovi
e,
pur con tutte le sofferenze e i problemi,
una Chiesa ricca di dinamismo .



Era arrivata l’ora dell’America del Sud.


Il nuovo papa
è
inoltre contemporaneamente
italiano e americano,
così che
qui si palesa
il profondo intreccio
tra Vecchio e Nuovo Mondo
e
l’intrinseca unità della storia.


E’ chiaro che non è più scontato
che l’Europa
sia il centro della Chiesa mondiale:
l’universalità della Chiesa
è
autentica,
i diversi continenti hanno in essa peso uguale

(pag. 43-44)

Papa Emerito Benedetto XVI

da:
(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: Bergoglio? Lo conoscevo.

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Benedetto XVI – Seewald Peter
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Bergoglio ?



Io lo conoscevo, naturalmente,

Grazie alle visite ad limina e alla corrispondenza.


L’ho conosciuto come
– un uomo molto deciso,
– uno che in Argentina
diceva con molta risolutezza:
– questo si fa,
– questo non si fa.


– La sua cordialità,
– la sua attenzione nei confronti degli altri
sono
aspetti di lui che non mi erano noti.


Perciò è stata una sorpresa.

(pag. 42)

Papa Emerito Benedetto XVI

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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“Ultime Conversazioni”, Socci gioca con le parole di Benedetto XVI

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Antonio Socci


Antonio Socci ogni giorno gioca con le parole.


Con le parole costruisce libere fantasie psico-teologiche,
e il giornale Libero e i suoi lettori, lo pagano per questo suo straordinario servizio.


Esilarante il suo commento all’ultimo libro-intervista al papa emerito Benedetto XVI alias Ratzinger.


Se si seguono le parole di Benedetto XVI nel Libro ci si rende conto degli effluvi neuronici da patos che il Socci effonde a piene natiche…


Il massimo lo raggiunge nel raggirare le parole di Benedetto XVI.


Secondo Socci Benedetto XVI stabilisce una analogia tra la figura del padre e la figura del papa.


Ma in realtà Benedetto XVI sta riportando soltanto un sentire tipico del “vescovo”:
“molti di loro dicevano: io sono «padre» e tale rimango per sempre”
e analizza quel sentire del vescovo,
con la figura paterna reale.


Mi vado a leggere le parole esatte del papa emerito, (quì)
non parla assolutamente di analogia tra padre e papa,
e tanto meno “sempre padre, sempre papa” come afferma Antonio Socci.

sempre-padre-sempre-papa-corbellerie-di-antonio-socci-il-fatimista
Trovo penoso che un giornalista integri le frasi del papa con parole che il papa non ha fatto scrivere nell’intervista, solo per poter rafforzare la propria ideologia.


Ma Socci ha insegnato anche giornalismo alla scuola dei giornalisti?
Qualcuno ne sa qualche cosa ?


Se questo è il giornalismo-verità di Socci,
difficile annoverarlo in future biografie il più possibili verosimili,
infatti per ora fa parte del vasto mondo delle bibliografie
– dei sedevacantisti,
– dei tradizionalisti,
– dei fondamentalisti,
– dei fatimisti,
– dei millenaristi
– degli apocalittici


Antonio Socci, non lo sa,
ma il papa emerito ha affermato di non essere un “superuomo”,
forse significherà che non è nemmeno un SUPER-VESCOVO ?


Ergo?

Che divertimento leggersi Socci che gioca con Benedetto XVI
http://www.antoniosocci.com/benedetto-xvi-ultimo-papa-puo-risponde-quello-non-vi-detto-sul-libro-ratzinger/#more-4721

Benedetto XVI: Il papa lascia come il vescovo

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Il papato, un incarico/funzione come qualsiasi altro ?



Prima
nemmeno il vescovo poteva lasciare il posto,
molti di loro dicevano: io sono «padre» e tale rimango per sempre.

Io qui devo però replicare
che
anche un padre smette di fare il padre.


Non cessa di esserlo,
ma
lascia le responsabilità concrete.


Continua ad essere padre in un senso
– più profondo,
– più intimo,
– con un rapporto e una responsabilità particolari
ma
senza i compiti del padre.


E
questo è successo anche con i vescovi.

Anche il papa
non è un superuomo,
non è sufficiente che sia al suo posto:
deve appunto espletare le sue funzioni.


Se si dimette,
mantiene la responsabilità che ha assunto in un senso interiore,
ma
non nella funzione.

A poco a poco
si capirà che il ministero papale non viene sminuito,
anche
se forse risalta più chiaramente la sua umanità

(pag. 39)

Papa Emerito Benedetto XVI

da:
(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: dimissioni per declino delle forze fisiche

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Il successore di Pietro…
non è solo legato ad una funzione,
ma
è coinvolto nell’intimo dell’essere.

La funzione non è l’unico criterio.


D’altra parte,
il papa
– deve fare anche cose concrete,
– deve avere sotto controllo l’intera situazione,
– deve saper stabilire le priorità

Ricevimento
– di Capi di Stato
– dei vescovi con i quali deve poter avviare un dialogo intimo,
– decisioni quotidiane.

Se non c’è più la capacità di farlo
è necessario,
(per me almeno, un altro può vedere la cosa altrimenti)
lasciare libero il soglio.

(pag. 35-36)

Papa Emerito Benedetto XVI

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: le dimissioni un conflitto interiore? NO

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Benedetto XVI – Seewald Peter
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Non è così semplice,
naturalmente.



Per me,
tuttavia,
è apparsa talmente evidente
che
non c’è stato un doloroso conflitto interiore.


La consapevolezza
– della responsabilità di questa scelta,
– della sua gravità


che esige l’esame
– continuo
– scrupoloso


anche davanti
– a Dio
– a sé stessi,

(pag. 31)

Papa Emerito Benedetto XVI

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: mi hanno implorato di diventare papa

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Accettare o non accettare?



Per me questa è stata una questione molto seria.

Mi ha colpito che durante il pre-Conclave
molti cardinali abbiano…… implorato colui che stava per essere eletto
– di prendere su di sé la croce anche se non se ne sentiva all’altezza,
– di piegarsi al voto della maggioranza di due terzi
E vedere in ciò un segno.


Era un mio dovere interiore,
dicevano.


io avevo il dovere di accettare


(pag. 22-23)
Papa Emerito Benedetto XVI

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: Finalmente finita

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Osannato da milioni di persone?
vivere nel palazzo apostolico?
ricevere i grandi della terra?
quanto manca al papa emerito Benedetto XVI ?



Ringrazio Dio
che non ricade più su di me
una responsabilità
che non ero più in grado di sopportare.


Lo ringrazio
perchè ora
– sono umilmente al suo fianco ogni giorno,
– di vivere tra amici,
– ricevere le loro visite



Papa Emerito Benedetto XVI

da:
(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)
pag. 21
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Benedetto XVI: La lobby gay?

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“Era appunto segnalato nel rapporto della commissione di tre cardinali
che si poteva individuare


un piccolo gruppo di quattro, forse cinque persone.


L’abbiamo sciolto.


Se ne formeranno altri?
Non lo so.


Comunque il Vaticano non pullula certo di casi simili”.

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: La rinuncia? un atto liberissimo

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“Il testo della rinuncia l’ho scritto io.


Non posso dire con precisione quando, ma al massimo due settimane prima.


L’ho scritto in latino perché una cosa così importante si fa in latino.


Inoltre il latino
è una lingua che conosco così bene
da poter scrivere in modo decoroso.


Avrei potuto scriverlo anche in italiano, naturalmente,
ma c’era il pericolo che facessi qualche errore.


Non si è trattato di una ritirata sotto la pressione degli eventi
o
di una fuga per l’incapacità di farvi fronte.


Nessuno ha cercato di ricattarmi.


Non l’avrei nemmeno permesso.


Se avessero provato a farlo non me ne sarei andato
perché
non bisogna lasciare quando si è sotto pressione.


E non è nemmeno vero che ero deluso o cose simili.


Anzi,
grazie a Dio,


ero nello stato d’animo pacifico
di chi ha superato la difficoltà.


Lo stato d’animo in cui si può passare tranquillamente il timone
a chi viene dopo”.

da:

(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: La Chiesa fuori da vecchie strutture tradizionali

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Benedetto XVI – Seewald Peter
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“È evidente che la Chiesa


sta abbandonando sempre più le vecchie strutture tradizionali della vita europea
e
quindi muta aspetto
e
in lei vivono nuove forme.


È chiaro soprattutto che la scristianizzazione dell’Europa progredisce,
che
l’elemento cristiano scompare sempre più dal tessuto della società.


Di conseguenza


la Chiesa


– deve trovare una nuova forma di presenza,
– deve cambiare il suo modo di presentarsi.


Sono in corso capovolgimenti epocali,
ma
non si sa ancora a che punto si potrà dire con esattezza che comincia uno oppure l’altro”.

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: non sono un governatore, sono un professore

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“Un mio punto debole
è forse
la poca risolutezza nel governare e prendere decisioni.


Qui in realtà sono più professore, uno che riflette e medita sulle questioni spirituali.


Il governo pratico non è il mio forte
e
questa è certo una debolezza.


Ma non riesco a vedermi come un fallito.


Per otto anni ho svolto il mio servizio”.

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(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: Francesco? è uomo di riforme, è capace

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“Ognuno ha il proprio carisma.


Francesco è l’uomo della riforma pratica.


– È stato a lungo arcivescovo,
– conosce il mestiere,
– è stato superiore dei gesuiti e
– ha anche l’animo per mettere mano ad azioni di carattere organizzativo.


Io sapevo che questo non è il mio punto di forza”.

da:

(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: un papa argentino? La Chiesa è viva e fuori dagli schemi

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“L’elezione di un cardinale latino-americano


significa
che la Chiesa


– è in movimento,
– è dinamica,
– aperta,
– con davanti a sé prospettive di nuovi sviluppi.
– Che non è congelata in schemi: accade sempre qualcosa di sorprendente,
– che possiede una dinamica intrinseca capace di rinnovarla costantemente.


Ciò che è bello e incoraggiante


è che proprio nella nostra epoca accadono cose che nessuno si aspettava


e
mostrano che la Chiesa è viva
e
trabocca di nuove possibilità”.

da:

(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI: La mozzetta rossa? chi se ne frega!

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“Il mio successore non ha voluto la mozzetta rossa.
La cosa non mi ha minimamente toccato.


Quello che mi ha toccato,
invece,
è che già prima di uscire sulla loggia abbia voluto telefonarmi,


ma
non mi ha trovato perché eravamo appunto davanti al televisore.


Il modo in cui ha pregato per me,
il momento di raccoglimento,
poi
la cordialità con cui ha salutato le persone
tanto che la scintilla è, per così dire, scoccata immediatamente.


Nessuno si aspettava lui.


Io lo conoscevo, naturalmente, ma non ho pensato a lui.


In questo senso è stata una grossa sorpresa.


Non ho pensato che fosse nel gruppo ristretto dei candidati.


Quando ho sentito il nome, dapprima ero insicuro.


Ma quando ho visto
come parlava


da una parte con Dio,


dall’altra con gli uomini,


sono stato davvero contento. E felice.”

da:

(Ultime conversazioni – Benedetto XVI – Seewald Peter – 2016)

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Benedetto XVI a gara si spoglia delle porpore

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Benedetto XVI – Seewald Peter
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“Siamo colpiti
dalla libertà con cui Francesco parla in aereo
– ma anche a terra –
su ogni questione che gli venga posta,


ma ecco che lo fa anche il Papa emerito:


a gara si erano spogliati del rosso
e
a gara liberano la figura papale dai codici linguistici che la bloccavano più della tiara.


Questo libro
costituisce una riprova convincente del buon rapporto che lega i due papi:


se vi fosse stata anche solo una minima difficoltà,


né l’ emerito – che compirà novant’ anni il prossimo aprile – avrebbe osato proporre una tale pubblicazione,


né il successore – che compirà gli ottanta a dicembre – l’ avrebbe autorizzata”.

da:

(Luigi Accattoli – Straordinaria la libertà con cui parla di sé e di Bergoglio – Corriere della sera 8/9/2016)

Fonte:

http://ilsismografo.blogspot.it/2016/09/vaticano-straordinaria-la-liberta-con.html

http://www.luigiaccattoli.it/blog/domani-comprate-il-corsera-e-leggete-il-libro-di-papa-benedetto/#comments
.
Libro:
http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=3434

La Tradizione nella vita della Chiesa (Carlo Molari)

Vatican council

Durante il Concilio Vaticano II
i Padri hanno discusso a lungo sulla natura e sul valore della Tradizione nella vita ecclesiale.

Il testo definitivo della Dei Verbum,
approvata il 18 novembre 1965
con soli 6 voti contrari su 2350 presenti,
riassume in modo ordinato gli sviluppi della teologia non solo relativi al concetto di Rivelazione
(come economia di eventi accompagnati da parole)
ma anche alla nozione di Tradizione.

Per il Vaticano II, infatti,
«ciò che fu trasmesso dagli apostoli»
non comprende solo le dottrine della fede
bensì «tutto quanto contribuisce alla condotta santa del Popolo di Dio e all’incremento della fede, e così la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa crede» (DV 8).

Il Concilio Vaticano II
ha assunto un concetto ampio di tradizione
messo a punto negli ultimi decenni del secolo XIX,
in particolare dal Card. Newman e dalla scuola cattolica di Tubinga,
in rapporto sia alla modalità di trasmissione che al suo contenuto.

Riguardo alla trasmissione
il Concilio ha messo in luce l’importanza della comunità dei credenti la quale comunica ciò che crede attraverso ciò che vive.

Riguardo al contenuto
ha precisato che non si tratta di semplici proposizioni da ritenere per vere
ma di eventi da accogliere e rivivere nelle loro dinamiche di salvezza.

La trasmissione avviene
con «l’assistenza dello Spirito Santo»
ma sempre secondo la legge della incarnazione,
cioè con l’assunzione degli orizzonti culturali delle creature operanti e con tutti i loro limiti.

La tradizione autentica, inoltre,
riguarda solo la ‘verità salvifica’, oggetto centrale della rivelazione,
ma si realizza sempre in contesti culturali determinati
che introducono molti elementi eterogenei ed estranei,
rilevabili solo dopo molto tempo.

Ambiguità della tradizione vivente

Alcuni problemi suscitati da tale impostazione sono stati esaminati con approfonditi interventi nel
23° congresso nazionale della Associazione teologica italiana
(Ati, Fare teologia nella tradizione, Centro Ambrosiano di Pastorale, Seveso S. Pietro (Mi) 2-6 settembre 2013).

Le presenze dei teologi Gustavo Gutiérrez (Fare teologia nella tradizione in America Latina) e
Gilles Routhier (Chiesa soggetto di Tradizione),
peruviano il primo e canadese il secondo,
hanno allargato gli orizzonti della ricerca.

In particolare il domenicano teologo della liberazione ha partecipato a tutti i lavori della settimana e il giovedì 5 settembre ha dedicato la mattinata alla esposizione della sua visione sollecitato anche dalle domande rivoltegli dal Prof. Mario Antonelli.

Non posso riassumere lo svolgimento dei lavori congressuali durante il quale 13 interventi in seduta plenaria hanno sviluppato i diversi aspetti del tema e 6 gruppi di approfondimento hanno esaminato
figure che negli ultimi secoli ne hanno affrontato le tematiche essenziali (Yves Marie Congar, Georges V. Florovsky, John Henri Newman, Wolfhang Pannenberg, Maurice Blondel, Hannah Arendt).
Intendo solo riflettere su una delle ambiguità rimaste.

Giuseppe Ruggieri
ha richiamato la convinzione,
già espressa da Joseph Ratzinger immediatamente dopo il Concilio,
che «è rimasto irrisolto il problema del discernimento fra tradizioni autentiche ed inautentiche» e da parte sua Ruggieri ha espresso la convinzione che «non esiste a tutt’oggi un contributo risolutivo di questa aporia della concezione della tradizione recepita dal Vaticano II».

Ci si deve però chiedere se possano esistere criteri a priori per determinare quali tradizioni siano
autentiche e quali no,
o se invece il compito della Chiesa sia quello di camminare continuamente alla ricerca della piena verità, consapevole delle insufficienze e dei limiti di ogni sua formulazione.

Questa condizione spiega perché l’interpretazione di tutta la Tradizione (compresa la Scrittura)
sia sempre aperta e il dialogo con la scienza, le culture e le religioni sia sempre necessario.

In questa prospettiva si capisce, ad esempio, come i primi discepoli di Gesù attendessero come
imminente il ritorno di Cristo.
S. Paolo scrive ai cristiani di Tessalonica, i quali evidentemente erano diventati discepoli di Gesù nella convinzione di non dover morire:
«non vogliamo fratelli lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come quelli che non hanno speranza.
Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di
Gesù, radunerà con lui tutti coloro che sono morti» (1 Tess, 4, 13-14).

Si potrebbero elencare numerose altre convinzioni che non corrispondevano a verità in ambito
della cosmologia
(la terra al centro e fissa sulle colonne),
dell’antropologia
(il dualismo materia-spirito; la perfezione iniziale; la morte come punizione),
della teologia
(l’azione creatrice di Dio, la dimora nel cielo, la violenza divina).

Modi di pensare che sono stati superati a volte dopo molte resistenze.

Sviluppo vitale della tradizione

A questi cambiamenti corrisponde lo sviluppo della tradizione.

Esso avviene nella dialettica di componenti positive e negative,
di verità ed errori in una continua ricerca di tutta la Chiesa.

Il Concilio Vaticano II
ha riconosciuto che la vita ecclesiale in tutti i suoi aspetti è soggetta a cambiamenti profondi e
nella Costituzione sulla Rivelazione
ha affermato che alla «crescita della Tradizione»
contribuisce anche lo studio e l’esperienza di tutti i fedeli:

«cresce infatti la comprensione tanto delle cose quanto delle parole trasmesse,
sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2, 19 e 51)
sia con l’esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali,
sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità.

La Chiesa cioè, nel corso dei secoli,
tende incessantemente alla pienezza della verità divina,
finché in essa vengano a compimento le parole di Dio» (Dv 8).

La Costituzione pastorale
ha aggiunto una preziosa indicazione di metodo quando ha parlato della necessaria sintonia con i modelli culturali dei vari popoli e
ha considerato il dialogo quale strumento fondamentale della trasmissione della fede:

«tale adattamento della predicazione della parola rivelata deve rimanere legge di ogni evangelizzazione.


Così infatti viene sollecitata in ogni popolo la capacità di esprimere
secondo il modo proprio il messaggio di Cristo e al tempo stesso viene promosso uno scambio vitale tra la Chiesa e le diverse culture dei popoli.


Per accrescere tali scambi, oggi soprattutto che i cambiamenti sono così rapidi e tanto vari i modi di pensare, la Chiesa ha bisogno particolare dell’aiuto di coloro, sia credenti che non credenti, i quali, vivendo nel mondo, sono esperti nelle varie istituzioni e discipline, e ne comprendono la mentalità.


È dovere di tutto il popolo di Dio, in particolare dei pastori e dei teologi,
con l’aiuto dello Spirito Santo,
di ascoltare attentamente,
capire e interpretare i vari linguaggi del nostro tempo,
e di saperli giudicare
alla luce della parola di Dio,
affinché la Verità rivelata possa essere sempre più profondamente intesa,
meglio capita e presentata nella maniera più adatta» (GSp 44).

La Tradizione
è quindi un processo vitale

  • di accoglienza del passato,
  • di verifica puntuale dei frutti,
  • di esperienze spirituali,
  • di approfondimento dottrinale

che coinvolge tutto il popolo di Dio nelle sue varie strutture e competenze
per riformulare continuamente le verità salvifiche.

La cultura ebraica ha messo a punto
modelli interpretativi delle tradizioni
molto più articolati ed efficaci per coglierne i limiti e le contraddizioni.

In una recente pubblicazione
alcuni ebrei hanno riassunto criteri e acquisizioni con il termine significativo di rimodellazione.

Scrivono:

«Questo porsi nello stesso tempo vicini e lontani, presenti e narranti, ci è parso rappresentare un modo vitale con cui la tradizione può essere tramandata: quello che registra la distanza «ironica» con cui una generazione guarda alle generazioni passate: un modo che prenda sul serio il passato, ma non accetta di considerarlo l’ultima parola e di identificarsi in esso, come fanno i tradizionalisti, ma che dà il segno di una continua rimodellazione.


Occorre salvare la tradizione dai tradizionalisti, direbbe Walter Benjamin,
perché la tradizione non è il passato,
ma la memoria e lo spessore storico di ciò che di volta in volta è attuale»

(J. Bali, V. Franzinetti, St. Levi Della Torre, Il forno di Akhnai.
Una discussione talmudica sulla catastrofe, Giuntina, Firenze 2010 p. 19).

Credo che anche in ambito cattolico
occorra sviluppare criteri che sottraggano la Tradizione dalle spire soffocanti dei tradizionalisti.

L’illusione di verità che restano immutabili nel passare del tempo accompagna ancora in modo troppo vincolante la riflessione teologica cattolica.

Oggi abbiamo gli strumenti per gestire la relatività delle convinzioni senza cadere nel relativismo.
.
“La Tradizione nella vita della Chiesa”
di Carlo Molari
in “Rocca” n. 21 del 1 novembre 2013
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201311/131117molari.pdf

Il Foglio – avanguardia Anti-Francesco

Giuliano Ferrara

Giuliano Ferrara

La “conversione” dei tradizionalisti

Il Foglio di Giuliano Ferrara, già organo degli “atei devoti”, diventato ora l’avanguardia del movimento
anti-Francesco, si sta muovendo in tre direzioni:

  1. dare spazio agli attacchi frontali del mondo cattolico più reazionario e anticonciliare verso un papa ritenuto traditore della dottrina cattolica;
  2. raccogliere ogni forma di contrarietà, compresa quella giudicata “ultra liberal”, un tempo considerata cattiva maestra, ma ora utile per evidenziare le contraddizioni dell’attuale pontificato;
  3. minimizzare il “disagio”, come scrive Massimo Introvigne, e mediare per evitare i rischi di uno scisma.

Lo scopo complessivo è quello di mettere in risalto l’inaffidabilità di un papa pericoloso per l’unità della Chiesa.

Il giornale più papista diventa apertamente antipapista.

Chi ha fatto per anni apologia (ideologica) di Ratzinger a sostegno di Berlusconi,
di Bush e della superiorità dell’“Occidente”, ora denuncia Bergoglio
avvertito come scomodo innovatore troppo francescano o, semplicemente, troppo cristiano.

Il 9 ottobre viene concessa grande evidenza al lungo intervento,
“Questo papa non ci piace”,
firmato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro,
presentati come «espressione autorevole del mondo tradizionalista cattolico».

Il loro ragionamento attacca, nell’ordine:

  • l’«imponente esibizione di povertà» nella visita ad Assisi;
  • il dialogo con Scalfari e con i non credenti fondato sulla centralità della coscienza;
  • la rottura di tutta la tradizione ecclesiastica; la dichiarazione della irreversibilità del Concilio;
  • la vicinanza all’amico gesuita Carlo Maria Martini;
  • la deformazione del Vangelo sottomesso al «mondo»;
  •  le espressioni «io credo in Dio, non in un Dio cattolico», «il proselitismo è una solenne sciocchezza», «la Chiesa ospedale da campo», «i poveri sono la carne di Cristo»;
  •  l’insistenza sulla misericordia e sul perdono.

Inutile parlare di contesto da interpretare, dicono:
«L’errore, quando c’è, si riconosce ad occhio nudo», «i sei mesi di papa Francesco hanno cambiato un’epoca».

Sono stati «un campionario di relativismo».

Costituiscono «un’inversione di rotta».

Siamo al «rovesciamento del passato».

Il papa si è fatto complice del gioco mediatico tendente a esaltare episodi marginali ma cari alle folle.

In estrema sintesi, papa Francesco è gesuitico, sconcertante, inquietante, relativista, modernista, permissivo, amorale, populista, pauperista, esibizionista, seminatore di dubbi, anticristiano.

Ancora più dura la posizione di Mattia Rossi (Il Foglio, 11 ottobre) intitolata
“Francesco sta fondando una nuova religione opposta al Magistero cattolico”.

Il papa starebbe dissolvendo la dottrina cattolica attraverso un «erosivo magistero liquido», un «antropocentrismo spinto» (più grave di quello espresso nel n. 22 della Gaudium et spes), sentimenti umanitaristi che «rasentano fortemente l’eresia» e negano il valore redentivo dell’incarnazione.

Le sue parole, con il loro «stillicidio disgregante», si basano su «un inganno molto sottile e intollerabile per un cattolico».

Da parte mia, tre opinioni.

Osservo, anzitutto, che i tradizionalisti (che preferisco chiamare reazionari perché la tradizione è una cosa seria), da sempre cultori del primato assoluto di Pietro e infallibilisti a tutto campo, diventano subito relativisti rispetto a gesti e parole che non condividono e che valutano come pareri slegati da alcun magistero.

Vedo, poi, che denunciano la presunta falsa umiltà del papa proponendosi con molta presunzione come possessori della verità cattolica, come inquisitori di un papa ritenuto deviato.

Noto, in terzo luogo, un’altra contraddizione:
proprio chi intende la verità in modo dottrinario e immutabile, a sostegno di una politica reazionaria e di un modello di sviluppo ritenuto altrettanto immutabile o naturale, dominato dal “dio denaro”, predica una fede alternativa al mondo cattivo-peccatore.

In questa ideologia sadomasochista, tipica di “un cristianesmo senza Cristo”, sta forse il nucleo dell’attacco al papa.

Probabilmente, ciò che dà fastidio è la denuncia del mondo ingiusto, dell’«idolatria del denaro», della «cultura dello scarto», della follia delle guerre.

Ciò che disturba è la centralità di Cristo, l’invito alla spoliazione, «l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero».
Un’esagerazione demagogica per i tradizionalisti.
Un’ardua sfida per tutti, anche per i “progressisti”.

Certo, le tematiche sollevate sono difficili, esposte alla verifica di un’avventura comune, ma una cosa è la critica argomentata, altra cosa è l’ipercritica pregiudiziale e ideologizzata.

È sempre improprio definire il papa secondo categorie fisse di conservazione, tradizione, progresso, riforma, rottura, rivoluzione o altro.

Non è nemmeno necessario.
Siamo dentro un evento da curare e accompagnare con lucida, attiva responsabilità. Siamo forse davanti a un’innovazione basata sull’interconnessione nonviolenta tra mezzi e fine.

Il cambiamento di stile, infatti, è parte integrante della verità che è sempre “relazionale”. I cattolici sono convocati a una rigenerazione, a un rinnovato cammino di fede.

Ne sono conferma
la grande veglia per la pace del 7 settembre, iniziata con la “benedizione originaria” sul creato e sull’umanità («Dio vide che era cosa buona») e
il progetto di spoliazione presentato ad Assisi con le parole di Matteo 11,25: «Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli».

Ha inizio la rivoluzione dei piccoli?

In ogni caso, le Beatitudini e il capitolo 25 del Vangelo di Matteo (“il protocollo con il quale saremo giudicati”) costituiscono per il papa “il piano d’azione” dei credenti (discorso ai giovani argentini in Brasile).

I detrattori più aspri di papa Francesco mi fanno venire in mente l’auspicio di Tonino Bello,
rivolto in forma orante a Oscar Romero,
a liberare il mondo da tutti «gli aspiranti al ruolo di Dio».
.

Sergio Paronetto (Vicepresidente nazionale di Pax Christi)
Su:
ADISTA
http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=53283

Vedove Ratzingeriane incazzate con la Litizzetto

Raffaella e le sue sorelle
nel sito tradizionalista ratzingeriano “Il blog di Raffaella”

si sono incazzate fraciche con Luciana Litizzetto per le battute comiche sul “papa precedente” nella trasmissione domenicale di “Che tempo che fa”.

Scrive Raffaella:
“si e’ lanciata in una appassionata e commovente difesa di Papa Francesco (come se ne avesse bisogno…) ma, per farlo, e’ caduta in tutta una serie di luoghi comuni contro Benedetto XVI.”

“il Papa che ha regnato fino al 28 febbraio scorso, sia da buttare e da dimenticare al piu’ presto.
E’ questo che si vuole?

Alla signora di Raitre ed ai seguaci vorrei chiedere:
ora che, dalle vostre parole, sembra che abbiate ottenuto cio’ che avete sempre sognato, perche’ attaccare e denigrare Benedetto XVI?
Avete vinto o credete di avere vinto?
Non c’e’ bisogno di stravincere.”

Commentatori inferociti
che pur dichiarando di non aver visto la trasmissione
urlano rabbia !

“…Speriamo Francesco le telefoni per consigliarle di devolvere il suo non misero compenso ai poveri …”

“…C’è della vigliaccheria profonda…”

“ci sono coloro come la Littizetto, ma non è la sola, che continuano a insultare direttamente Benedetto XVI, dove sono i zelanti difensori di papa Bergoglio che non tollerano la benchè minima voce critica? “

“La vicenda della Littizzetto è emblematica”

guitti televisivi continuano nello scherno e nell’insulto gratuito”

“Perché non auspicare un intervento omiletico di Papa Bergoglio, in persona?
Dubito veda la trasmissione di Fazio, ma sicuramente qualcuno del suo entourage sì,
magari qualcuno che ha modo di incontrare anche il Predecessore, potrebbe informarlo.”

Io ancora non ho capito perché la Littizzetto venga pagata per le sue scempiaggini e perché ci sia ancora gente che guardi certe trasmissioni. “

Tratto da:
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2013/11/come-volevasi-dimostrarequanto-e-facile.html

Litizzetto FazioLuciana Littizzetto – Che tempo che fa del 03/11/2013
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d3baf1ae-68c7-4651-94ff-5c9446d0de74.html#p=

Inchiesta su Maria (recensione di V. Mancuso)

.inchiesta su maria da mondaDORI

  • Editore:   Rizzoli
  • Collana:   Saggi italiani
  • Pubblicazione: 04/09/2013
  • Pagine:  357 ill.
  • Formato:  Libro rilegato
  • ISBN:   9788817065894

Ave Maria laica

di Vito Mancuso


Dopo l’Inchiesta su Gesù con Mauro Pesce (2006) e
sul Cristianesimo con Remo Cacitti (2008),


Corrado Augias giunge al tema delicatissimo di Maria,


l’umile donna diventata con il tempo Madonna,
cioè Mea Domina, Mia Signora,
termine di origine aulica che prima di entrare nel lessico religioso
ricorreva nella poesia cortese della Scuola siciliana e del Dolce Stil Novo.


La guida cui Augias si affida per districarsi nel labirinto di
testi sacri,
dogmi,
apparizioni e
devozioni mariane
è Marco Vannini,
noto studioso di mistica e autore di numerosi saggi che sfidano la concezione tradizionale della religione.


Ho parlato di labirinto perché in effetti questa è la condizione della lussureggiante costruzione
teologica e devozionale cresciuta nei secoli sulla base dei pochi passi evangelici concernenti la
madre di Gesù.


In singolare contrasto con la sobrietà biblica, la tradizione cattolica ha infatti
elaborato la massima «de Maria numquam satis», «su Maria mai abbastanza»,


generando così

  • più di 30 celebrazioni mariane all’anno,
  • 4 dogmi,
  • le 150 avemarie del Rosario (di recente diventate 200 con l’aggiunta di nuovi “Misteri”),
  • le 50 Litanie lauretane e
  • una serie sterminata di altre devozioni,
  • chiese,
  • ordini religiosi,
  • antifone,
  • musiche,
  • immagini,
  • santuari.


Leggendo il libro


(che esce poco prima dell’arrivo a Roma, il 13 ottobre prossimo, della statua della
Madonna di Fatima, una delle più celebri Madonne accanto a quelle di Loreto, Lourdes,
Czestochowa, Guadalupe, Medjugorje)


pensavo spesso al padre domenicano Yves Congar (1904-1995), benché nel libro non sia nominato.


Teologo stimatissimo,
creato cardinale da Giovanni Paolo II per la preziosità del suo pensiero,
Congar annotava nel diario tenuto durante il Vaticano II e pubblicato postumo nel 2002:

«Mi rendo conto del dramma che accompagna tutta la mia vita: la necessità di lottare, in nome del Vangelo e della fede apostolica, contro lo sviluppo, la proliferazione mediterranea e irlandese, di una mariologia che non procede dalla Rivelazione ma ha l’appoggio dei testi pontifici » (22.9.61).


Eccoci al punto critico: la vera fonte della proliferazione mariologica
non è la Rivelazione,
ma un singolare connubio tra potere pontificio e devozione popolare.


Maria è sì
«una madre d’amore voluta dal popolo»

come scrive Augias,
ma tale volontà popolare
è stata sistematicamente utilizzata dal potere ecclesiastico
per rafforzare se stesso:
tra mariologia ed ecclesiologia il legame è d’acciaio.

Congar proseguiva:

«Questa mariologia accrescitiva è un cancro»
(13.3.64),

«un vero cancro nel tessuto della Chiesa»
(21.11.63).

Il protestante Karl Barth aveva definito la mariologia

«un’escrescenza, una formazione malata del pensiero teologico»,

il cattolico Congar indurisce l’immagine.


Come spiegare il paradosso?
Il fatto è che quanto più crescono il desiderio di onestà intellettuale,
la fedeltà al dettato evangelico,
la volontà di reale promozione della donna all’interno della Chiesa,
tanto più decresce l’afflato mariologico con la sua tendenza baroccheggiante.


E ovviamente viceversa.


Prova ne sia che nel protestantesimo,
dove la dottrina su Maria è contenuta nei limiti indicati dal Vangelo,
il ruolo della donna nella Chiesa è del tutto equivalente a quello del maschio


(è di questi giorni la notizia che alla presidenza della Chiesa luterana degli Stati Uniti è giunta una donna),


e viceversa nel mondo cattolico i più devoti a Maria
sono anche i più contrari al diaconato e al sacerdozio femminile,
basti pensare a Giovanni Paolo II.


Ma non era solo Congar,


anche il giovane Ratzinger, allora teologo dell’università di Tubinga,


scriveva nell’Introduzione al Cristianesimo del 1967:


«La dottrina affermante la divinità di Gesù
non verrebbe minimamente inficiata
quand’anche Gesù fosse nato da un normale matrimonio umano»,


parole da cui appare che il dogma della Verginità di Maria

non è per nulla necessario al nucleo della fede cristiana, e


ovviamente meno ancora lo sono i dogmi recenti
dell’Immacolata Concezione e
dell’Assunzione.


È l’opinione anche di teologi del livello di Rahner e di Küng.


Eppure sembra non ci sia nulla da fare:


Ratzinger cambiò presto idea giungendo a fare della Verginità di Maria


«un elemento fondamentale della nostra fede» e


anche papa Francesco farà arrivare a Roma la statua della Madonna di Fatima
consacrando il mondo al Cuore immacolato di Maria
come già fecero

  • Pio XII nel 1942,
  • Paolo VI nel 1964,
  • Giovanni Paolo II nel 1984,

con i risultati, per quanto attiene al mondo,
che ognuno può valutare da sé.


Tornando al libro in oggetto,
la sua forza consiste nella ricchezza della documentazione e
nella piacevolezza con cui viene offerta:
i testi biblici vengono scandagliati con competenza filologica,
si analizza lo sviluppo

  • del culto mariano,
  • i quattro dogmi,
  • le preghiere tradizionali,
  • i nessi con il culto mediterraneo della Grande Madre e
  • con le altre religioni,
  • la lettura femminista,
  • le altre Marie dei Vangeli e
  • in particolare la Maddalena,
  • le apparizioni e
  • in particolare quella di Lourdes del 1858 con le guarigioni miracolose attestate ancora oggi e quella di Fatima del 1917 con i famigerati tre segreti.


Vi sono anche due dotti capitoli finali su Maria

  • nell’arte,
  • nella poesia,
  • nella musica,
  • nel cinema.


Il libro è solido dal punto di vista dei testi.


Vengono citati Sant’Agostino in latino,
l’esegesi dei testi del Vaticano II,
si ricorda persino la setta di un certo Valesio sconosciuto ai principali dizionari teologici,


anche se poi gli autori scrivono che nelle Scritture

«nessun riferimento si fa mai alla sua miracolosa maternità verginale»,

dimenticando
Matteo 1,18 secondo cui Maria «si trovò incinta per opera dello Spirito Santo» e
Luca 1,35 che ribadisce il messaggio.


Ma il risultato dell’inchiesta alla fine qual è?
La demolizione della dottrina tradizionale.


Avversata da Augias fin dall’inizio,


da Vannini è sì difesa
(«la devozione a Maria è segno di maturità spirituale»)

ma in modo inaccettabile per il cattolicesimo.


Per esso infatti vi è una connessione inscindibile
tra fatto storico-biologico e significato spirituale,
mentre a Vannini interessa unicamente il secondo,


per lui la verginità e maternità di Maria sono

«non una storia esteriore ma una realtà interiore», e

Maria è
«l’anima che ha rinunciato all’amore di sé».


Con ciò egli si colloca volutamente, come recita il titolo del suo ultimo saggio,
oltre il Cristianesimo.


Ne viene il paradosso di un libro sulla più cattolica delle dottrine
scritto da un non credente e da un “oltrecristiano”!


Ma questo, lungi dall’essere un difetto,
è stata la condizione che ha concesso loro obiettività
nel presentare lucidamente lo sterminato materiale sulla

«fanciulla che divenne mito» e

di offrire uno strumento utile e soprattutto onesto per ritornare alla verità evangelica su MARIA

Fonte:
Ave Maria laica
di Vito Mancuso
in “la Repubblica” del 2 settembre 2013

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201309/130902mancuso.pdf
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/09/02/ave-maria-laica.html


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Nel blog-Accattoli dal papa ai froci, sempre!

dal 26 agosto, alle ore 20:15 del 31 agosto,
5 giorni !!!!!
continua ad infuriare la battaglia tra commentatori,
sugli omosessuali,
nel post dedicato a papa Francesco dal vaticanista
Luigi Accattoli.

La politica migliore è farli sfogare…!!!

Vincono i tradizionalisti per ossessione ed asfissia !!

.


Se Accattoli esprime le priorità nelle modalità di papa Francesco,
i commentatori tradizionalisti e conservatori finiscono a parlare sempre di froci, complice un picchio progressista….


Il Vaticanista emerito, Luigi Accattoli,
attraverso articoli sul Corsera, conferenze, e sul suo blog,
sta dando una attenta lettura e analisi,
del nuovo papato, come viene concretizzandosi
attraverso la persona di Jorge Mario Bergoglio,
già arcivescovo di Buenos Aires.


Dice Accattoli:

politica italiana ?

« avrà – come i predecessori – una buona influenza culturale e sociale
ma non politica:
sia perché scarsa da tempo è l’influenza politica della Chiesa e dei Papi in specie,
sia perché Francesco non intende profilarsi in alcun modo nel nostro dibattito politico. »


difesa della vita?

« Interverrà
e lo ha già fatto almeno 4 volte in cinque mesi,
messaggio ai vescovi del Brasile
il 12 agosto,
il 12 maggio,
il 16 giugno,
il 17 luglio,
… lo ha fatto…
non entrando in polemica con le leggi dei singoli paesi,


non scindendo la difesa della vita prenatale dalla difesa di ogni vita,


non ponendo l’etica della vita al centro della sua predicazione


non lanciare mai parole d’ordine sulla vita nascente senza evocare la difesa di ogni altra vita,


l’importanza del “grembo materno” e degli anziani è detta con la stessa frase. …»

tratto da:

Oggi, un giorno di VENDETTA …..

Anche Francesco difende la vita ma con tre novità “Corriere della Sera” del 13 agosto 2013
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=12405


Nonostante il tema del post scritto da Accattoli.
Dove vanno a parare i suoi commentatori conservatori e tradizionalisti?

.
…. scrive,27 agosto 2013 @ 10:19
Il papa benedetto parlava in continuazione dei valori non negoziabili. A cosa é servito? Una settimana dopo il suo viaggio in Portogallo hanno approvato i matrimoni gay. …

libertà sessuale

..scrive,..27 agosto 2013 @ 11:20
…..
Il matrimonio gay è il frutto di una visione della vita dove i diritti individuali vengono al primo posto, se io penso sempre solo ai miei di diritti è ovvio che poi qualcuno si ritrova con il fondoschiena a terra al posto mio.
….
…… scrive,27 agosto 2013 @ 11:35
….. sconsolato le macerie di una civiltà che si sta disgregando sotto l’insegna della dittatura del gender. ……
…A fronte di questa indifferenza e di questo “favore” del tutto arbitrario è importante che papa Francesco prenda una posizione netta.
.
.,idea di omo

chi prega, vive la comunità, riceve i sacramenti (…)
dovrebbe cercare di riconoscere e amare la verità,
dovrebbe cercare di resistere alla tentazione del relativismo.
……
Una posizione netta del Papa dovrebbe aiutare il discernimento e il riconoscimento della verità.

l'affermazione di omo

no omophobia


….. scrive,27 agosto 2013 @ 13:15
…perché dire di no all’incesto,

…Perché dire di no al partito dei pedofili …

…………… scrive,27 agosto 2013 @ 14:51
……….E se ci si ama in tre, … o in quattro?
…….Ci sarà pure questo sacrosanto diritto, senza tirare fuori i cani.

…… scrive,27 agosto 2013 @ 15:13
………….
…Per gli alfieri del relativismo è serio solo quello che decidono loro, mica la volontà di Dio o l’insegnamento della Chiesa…..
…..
Mala tempora currunt.

…. scrive,27 agosto 2013 @ 15:23
…. Una deriva soggettivistica sempre più preoccupante che anche il Sommo Pontefice non può più ignorare o sottovalutare…..

…… scrive,27 agosto 2013 @ 16:45
….Perché, …., ci si può sposare tra persone dello stesso sesso e non in tre?
Qual è il motivo di fondo?
Chi stabilisce questa sorta di “Diritto civile”?
La mia non è una provocazione!…..

……. scrive,27 agosto 2013 @ 18:20

………….Si giustifica ciò che piace alla nostra sensibilità e al nostro gusto, a prescindere dalla verità…..
….Tra venti o cent’anni ciò che è sbagliato e contro natura lo sarà ancora: la verità non cambia secondo le mode e le stagioni. ….
…. se Gesù avesse voluto legittimare la c.d. “omoaffettività”
l’avrebbe fatto e
sarebbe stato scandaloso quanto la frequentazione di pubblicani e peccatori,
il perdono delle adultere,
l’accoglienza dei bambini,
il contatto fisico (prima della guarigione) degli impuri (lebbrosi, emorroissa…),
i miracoli compiuti di sabato…
Se la predicazione e gli insegnamenti di Gesù hanno “rivoluzionato”
così tante cose,
perchè non c’è un cenno sugli omosessuali?
Possibile che non ne abbia incontrato nessuno?

….. scrive,27 agosto 2013 @ 18:23
…..Cosa c’entra l’incesto e la pedofilia ( due reati gravissimi e penali) con l’omosessualità? …….. ..

…. scrive,27 agosto 2013 @ 18:32
….C’entra nel senso che oggi sono reato come in certe parti del mondo lo è l’omosessualità.
C’entra nel senso che la concezione del reato dipende da cause storiche e culturali e può cambiare nel tempo. ….

…… scrive,27 agosto 2013 @ 18:38
…..Per cortesia, non mettiamo pedofilia e omosessualità sullo stesso piano. La pedofilia è un reato grave, l’omosessualità non è reato. Abusare di un bambino da pochi giorni fino a 13 anni è un reato, se due gay stanno assieme non lo è……

… La pedofilia, cioè lo stupro di un bambino che come tale non può difendersi, è e resta un reato. Perché è sopraffazione verso il minore, perché è la violenza del più forte verso il più debole. ….

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Tanta era ed è la papolatria per Benedetto XVI, tanta è l’acidità per papa Francesco

benedict

.

 

Ecco talune affermazioni
scritte dalla famosissima Raffaella papal-benedettiana nel suo blog:


…ma perche’ non parliamo anche dell’anticipo di simpatia di cui gode il nuovo Papa?


… In curia non e’ cambiato nulla o quasi (come fa notare anche il cardinale Dolan) e finora certe “piccole” incongruenze sono passate sotto silenzio.


…E’ giusto disertare un concerto di musica classica con professionisti veri che si preparavano probabilmente da mesi all’evento?
Si e’ detto che Francesco non gradisce presenziare ad eventi mondani.


Va benissimo ma perche’ allora ricevere i calciatori?


La mia non e’ una critica a Papa Francesco che puo’ e deve ricevere chi vuole.
Faccio semplicemente notare l’incongruenza dei mass media.


Ricordiamo tutti le critiche a Benedetto XVI quando decise, mesi prima, di non presenziare al famoso “Concerto di Natale in Vaticano”.


E pensiamo ai “casi Ricca e Chaouqui” di cui nessuno parla piu’.


Va benissimo cosi’ ma che cosa sarebbe accaduto se quelle due nomine fossero state fatte da Benedetto XVI?


Si sarebbe detto e scritto che i collaboratori avevano sbagliato,
come al solito,
e che bastava farsi un giro su internet per evitare problemi
(vedi Lettera di Papa Ratzinger ai vescovi in occasione della revoca della scomunica ai Lefebvriani)?


Nessuna critica a Papa Francesco che,
come Pontefice,
si assume le proprie responsabilita’


ma i mass media si stanno rendendo conto
che la politica dei “due pesi e delle due misure” sta diventando un tantino ridicola?


Gli anticipi di simpatia o antipatia
sono diventati fondamentali anche nella chiesa.


Cio’ non puo’ che rattristarmi e parecchio…
R.

Tratto da:
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2013/08/se-dio-parla-nel-silenzio-ippolito.html

E’ interessante, il pensiero di questo popolo che gira intorno a Raffaella,
popolo fatto di conservatori, tradizionalisti, nostalgici, integristi, lefebvriani,
sono interessato ad avere un parere serio da una persona seria,
tipo Vittorino Andreoli,
che più volte ha saputo mostrare equilibrio.

Il mondo di Raffaella, non è un circo mediatico, ma esprime un malessere, che ha cominciato a trovare parole dal 2007 (Summorum Pontificum),
un mondo che si è mostrato ampio, di persone sedicenti convertite, persino di persone giovani in perenne mugugno, giovani che non conoscono, la storia della Chiesa di Dio, nel popolo cristiano in questi 2000 anni.

Ma mi vedo i successivi commenti nel blog di Raffaella:



…Francesco si limita a pregare per l’Egitto e nessuno gli chiede di parlare direttamente agli islamici.


… Nessuno ha detto mezza parola sul fatto che mentre in Egitto è in corso una guerra sanguinosa Francesco riceve i calciatori.
Possibile che solo alcuni abbiano il coraggio di vedere la realtà dietro i lustrini?



……..C`è invece da dire che l`esaltazione quasi idolatrica, e non gratuita,
che circonda il nuovo Papa,
sembra aver fatto sparire tutti i problemi della Chiesa!


Tutto quel che era rimproverato a Papa Benedetto,
tutti gli scandali che indignavano i media, tutte le richieste di trasparenza,
sono come per magia spariti dalle prime pagine dei giornali,


Papa Bergoglio lava più bianco dell`omino bianco.
Almeno è quel che vorrebbero farci credere i media….



…Le cose stanno come hai detto tu Raffaella, ma non è la vedovanza che ci fa parlare così. Sono i fatti.



….Copti, ebrei, musulmani e che ne ha ne metta, quale cautela avrebbero dovuto avere?


Avevano anche il plauso di parte dei cattolici, quindi.
Questa aura era già a lavori in corso prima dell’elezione del 2005 e negli 8 anni è stata innestata di vapori mefitici ulteriori, meglio se balle, impastate da più fornai.


Ma non ci voleva un genio a capire che attaccare Benedetto era ammesso e anzi consigliato.


E’ per quello che toltosi lui, i problemi si sono risolti “automaticamente”.
Ci vuole del coraggio civile ed intellettuale ad ammetterlo.



Questo l’hanno capito molto bene vip e comici tanto amati dai salotti radical-chic.
Vuoi l’applauso?
Dalli a Ratzinger.
Vuoi rinverdire il tuo successo appannato?
Dalli a Ratzinger.
Il coraggio civile e intellettuale, l’onestà di ammettere
che via il dente via il dolore nessuno l’avrà mai, anche perché, diciamocela tutta,
siamo circondati da pavoni con attributi da capponi….



Proporrei a Raffaella e ogni altro/a,
di redigere una lista non solo di esempi di astio radicale verso Joseph Ratzinger,
ma anche di problemi ancora irrisolti (o peggio)
sui quali i media hanno insistito tantissimo e in modo martellante prima dell’11/02 ,
mentre hanno taciuto nel modo più completo (o parlatone imbellettando), dopo il 13/03 ….
22 agosto 2013 10:18



….. non ho trovato ancora uno/a
che nel mezzo di questa corsa al dubbio come principio di verita’,
si sia accorta/o della disparita’ di trattamento riservato, dentro e fuori la Chiesa,
ieri, a Benedetto e,
oggi, a Bergoglio. …



c’è una certa aria più pacifica nella Chiesa oggi,
sacerdoti condannati al silenzio
ora che c’è Francesco hanno ricominciato a scrivere e a tenere conferenze:
come Pedro Lamet silenziato da GPII e poi anche da Benedetto,
come pure Juan Masia il gesuita esperto di bioetica silenziato da Benedetto . …


Raffaella ha detto…


Ridotti al silenzio?
E perche’?
I Papi non si divertono a comminare pene.
Se lo hanno fatto ci sara’ stato un motivo.
Discussione non puo’ essere sinonimo di confusione.
R.


….
… io non ho notato alcun cambiamento o ridimensionamento, anzi,
si sono aggiunti ulteriori collegi di ‘esperti’ per ufficialmente risolvere i problemi, quelli relativi alla banca IOR, un modo come un altro per farsi qualche viaggio in più a Roma,


si sono fatte nomine non solo inutili, ma perniciose, con persone di non certo specchiato comportamento o capacità intrinseche per essere effettivamente in grado di risolvere i veri problemi, che immensi erano l’11 febbraio e tali sono restati a tutt’ora,


chi era alla plancia di comando lì sta e non mi riferisco a coloro che hanno più visibilità,
non sono certo i presunti bagni di folle pompati e la simpatia di bergoglio ad avere dissolto le cupi nubi che incombono sulla chiesa,


non ci sono né conversioni in massa, a parte quelle stombazzate di vip di mezza tacca, i preti disobbedienti seguitano imperterriti a fare ciò che vogliono, hanno rialzato la cresta preti e ‘teologi’ dissidenti e in fama di eretici e nulla si muove…..si dice che a S. Marta lavori intensamente, me lo auguro,


però i concerti classici no,


calciatori impresentabili per le vergognose somme percepite per giocare, sì,
anche studenti giapponesi buddhisti e shintoisti,
tutto ok,
evidente che Ratzinger si trastullava suonando il piano e scrivendo libercoli, attorniato dalla sua corte rinascimentale, lontano dal popolo, freddo aristocratico e, diciamolo una volta per tutte, dipinto in maniera tale che diventava antipatico e scostante a prescindere.


Io aspetto qualcosa di concreto,
non piazzate, bufale e papolatrie sdolcinate,


se farà qualcosa di serio,
sarò il primo a plaudire,
ma finora nulla di eclatante,
anzi…..fosse stato l’altro al posto suo ,
l’avrebbero appeso all’obelisco di p.zza S. Pietro….
sono stanco di sentire emerite st…..te,
vorrei fatti, non parole che dicono e non dicono …..



… nessuno mette in dubbio il buon gusto in fatto di musica di Bergoglio,
tanto meno le sue ottime intenzioni di fare pulizia nel termitaio della curia romana.
quello che molti dei lettori di questo blog mettono in evidenza e’ che la pulizia
non e’ iniziata con l’elezione di Bergoglio.


Quando Francesco andava per metropolitane da un quartiere popolare all’altro di Buenos aires, Ratzinger/Benedetto si muoveva in un un nido di serpenti velenosi con lo scopo di iniziare la graduale bonifica di un’ambiente mostruosamente incancrenito.


Tutto questo lo ha fatto senza claque mediatiche e totalmente SOLO
rompendo dall’interno della curia reticolati di potere e consociativismi di varia natura.


conventicole interne che, vistosi smascherate, si sono rivoltate scatenando contro Benedetto una sistematica opera di mistificazione attraverso la fuoriuscita di informazioni e documentazioni interne, volta unicamente ad alzare una cortina di fumo e confondere le acque.


Alla fine di quest’opera di sabotaggio,
Benedetto ne e’ uscito stremato, dissanguato di energie
ma e’ riuscito a portare a casa quello che voleva:
costringere la curia spalle al muro senza scatenare una pericolosa implosione
(seppure non siano mancate esplosioni e micce accese dall’esterno).


Oggi Bergoglio arriva belbello
con l’asinello dall’Argentina
con la bacchetta magica del suo savoir faire sudamericano e
il polso da generale gesuita e
viene presentato come il salvatore della patria.


Come colui che se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.


Mentre l’unico vero eroe che si e’ posto ad argine di una situazione potenzialmente letale per la sopravvivenza della Chiesa Cattolica,
si ritrova a venire preso a pesci in faccia,
strumentalizzato da gentucola da quattro soldi che lo butta in pasto a dei m….. giornalai alla ricerca di carne fresca da dare i pasto ai loro lettori sbertucciatori di professione.
ROBA DA PAZZIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!! …..

Tratto da alcuni commenti di:
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2013/08/se-dio-parla-nel-silenzio-ippolito.html

ma ancora su:
http://www.blogger.com/comment.g?blogID=959481195507810508&postID=6856896088777103416



Pare che le brezze primaverili abbiano portato aria da santa inquisizione. Bisogna qualificarsi, bisogna essere intruppati.
Personalmente faccio di testa mia, come ho sempre fatto e per questo non ho mai aderito a nessun movimento.
Leggo, sui siti di uno e dell’ altro, mi faccio delle opinioni e se ritengo che devo cambiare il mio modo di pensare lo faccio.
Se questo blog è frequentato da cristiani cattolici che apprezzano la messa in latino, esprimono le loro opinioni e mi pare lo facciano con educazione e con argomenti degni di riflessione non vedo cosa ci sia di strano,sono di razza inferiore ?
A me danno fastidio solo le persone maleducate,
quelle che affibbiano etichette alle Persone e, lo dico fuori dai denti,
anche quelle sul blog che fanno la morale per salvare l’ anima a chi non è allineato nel pensiero unico acritico dettato da una stampa che fa pietà a dir poco e che prima ha reso un pessimo servizio al Papa Emerito e ora sta facendo un pessimo servizio anche al Papa regnante.


gemma ha detto…
Mi riservo però di esercitare la mia libertà di apprezzare un Papa più o meno di un altro,
come è sempre stato per tutti,
anche per i signori che guardano e giudicano ogni pagliuzza di quanto pensiamo e scriviamo. …

(ndr:  lei ora e’ libera di fare legittima critica,
ma fino a febbraio, Gemma rispettava la liberta’ altrui ?
vedi gli antichi commenti sul blog  !!!!!!)


______________________________________________
lumen fidei, enciclica, enciclica lumen fidei, papa emerito, papa regnante, Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, papa Francesco, ecclesiologia, diversità di ecclesiologia, due ecclesologie diverse, chiese diverse, deposito della fede, guardiano della fede, filosofia ellenistica, filosofia greca, sacralizzazione, filosofia, dottori della chiesa, ateismo, Concilio Vaticano II, cattolici romani, Blog di raffaela, lamentazioni su Benedetto XVI, nostalgici di Benedetto XVI, la chiesa di Benedetto XVI, il vaticano di Benedetto XVI, solo Benedetto XVI, Joseph Ratzingher, vedove inconsolabili, vedove inconsolabili di Benedetto XVI, tradizionalisti, integristi, lefebvristi, sedevacantisti, pedofili, violenze sessuali, perversioni

Evviva Papa Benedettooooooooooo…..

aggiornato

“Passeggiata di Ratzingher a Castel Gandolfo – 19 ago. 2013”

pope1


Sono profondamente emozionato dalle memores del
Blog delle vedove inconsolabili:


« …….Deve mancargli molto Castel Gandolfo.
Peccato dovercisi recare in segreto e per sole tre ore a causa delle chiacchiere. …………………..



……le chiacchere ci saranno lo stesso, ….. Si dirà che mentre Benedetto era a Castel Gandolfo, Francesco lavava tutti i pavimenti a Santa Marta.
……
Sono contenta ….. anche se per poco e spero che si senta libero di tornare e rimanere.
E’ sempre il Papa!
… .


Ricordo quando partì da Roma in elicottero ………………….
…………Purtroppo meno se ne parla e meglio e’ per lui perche’ ogni pretesto e’ buono per attaccarlo ……….!


……
Benedetto ………….. Rispetto la sua scelta
ma a me manca ogni giorno di più!!
Ma non dovrebbe essere l’inverso???
Non riesco a rassegnarmi!!!



…………….., finché Papa Francesco lava i pavimenti di Santa Marta,
nessuno può andare ufficialmente in vacanza.


Certo se poi PB se ne andasse al paesello in Baviera,
PF avrebbe le piastrelle a specchio. ….


…….
“le chiacchere ci saranno lo stesso, ……….
…………. Si dirà che mentre Benedetto era a Castel Gandolfo,
Francesco lavava tutti i pavimenti a Santa Marta.”


…..
… Anche a me manca tantissimo papa Benedetto,
tuttavia non possiamo continuare a stare ai margini della Chiesa:
ne va della qualità del nostro impegno e del nostro povero lavoro nella Vigna del Signore ………….
Bergoglio laverà anche i pavimenti del Santa Marta


volete mettere, però,
come Benedetto toglieva la polvere da sotto i tappeti del Palazzo Apostolico?


………. uno come lui che, a differenza di altri, ha sempre snobbato il politically correct, non ha mai frignato,
neppure nei momenti peggiori,
né fatto ciance inutili ora moneta corrente.


….
il trono del mio papa è la croce…


……….


…..resto ai margini.
Non ce la faccio a ritrovarmi in questa Chiesa così rumorosa e festante.


…..
…… ci sono troppe ferite ancora aperte e qualcuno ha fatto il calcolo
che l’ebbrezza del successo nelle televisioni e sui giornali mettesse a posto tutto.
Ma non è così per tutti.


……………..
Resto ai margini, non riesco proprio a sentire Cum Ecclesia
in questo periodo.


Meglio restare ai margini, e pregare per Benedetto ,
che seguire il circo mediatico che la CC è riuscita a costruire.
Dal 13 marzo è sparita la dottrina, la liturgia è rimasto soltanto…il nulla.


…..
… mi sto sforzando di tenere sopita la rabbia,
nella certezza,
che ho sempre avuto,
che la storia darà ragione del pontificato di Benedetto XVI,
come già sta succedendo
con le tante persone di buon senso
che adesso dicono
“lo aveva detto Benedetto XVI!” (vedi Socci e C.). ….


………..
il trono del mio Papa è la croce su cui è salito anzi che non ha mai abbandonato.


……
…. piangersi addosso non è efficace »
.

__________________________________________________

Sembrano commenti di chi si è follemente innamorato del vecchietto bavarese,
ma non conosce un tubo della storia della Chiesa-Cattolicità, nè in questi ultimi 200 anni,
ma nemmeno di questi ultimi 60 anni,
non ha conosciuto Giovanni XXIII,
non ha conosciuto Paolo VI,
non ha conosciuto Giovanni Paolo I,
non ha conosciuto Giovanni Paolo II,


non conosce un tubo della storia da cui Ratzinger proviene per professione e per formazione,
la chiesa cristiana prima e la chiesa cattolica poi,
e
pretendere di riscrivere la storia per gli ignoranti….
per i giovani repressi persino 25-30enni,
spaventati dalla corresponsabilità sessuale tra donne e uomini,
che vedono nell’altare circondato da alte balaustre
la difesa alla loro malferma castità e virilità,
giudici altrui, perché spaventati dai mostri che non hanno voluto riconoscere in se stessi,
ma fino a quando saranno protetti da omertosi integristi,
che vogliono la gloria di una istituizione,
e il silenzio di peccati(reati.) ?


Queste vedove e vedovi, questa ampia e complessa galassia di tradizionalisti,
non ha nulla da dire sulla storia bimillenaria del cristianesimo,
ma soltanto piangere all’infinito su un atomo di polvere nella storia dell’universo.


E’ importante guardare in faccia questa reatà,
per non farci vendere
lucciole
per lanterne.

Per approfondire i commenti, qui in sintesi,
vai sul blog di Raffaella

aggiornamento:


Ma rimango basito dai commenti delle vedove inconsolabili nel loro blog:



Sul blog di Accattoli * (commenti all’ ultimo post), pesantissimo (insulti gratuiti e diffamazione) attacco a questo blog.
20 agosto 2013 20:34

* (ndr: Sono io, commentatore, che riporto le sole parole delle vedove,
e loro vi vedono cose orripilanti……. Nelle loro parole !!!!!)
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=12379#comments
20 agosto 2013 @ 18:24


Raffaella ha detto…
Ho letto ma, come sempre, non intendo rispondere.
R.
20 agosto 2013 20:48


… ha detto…
un poveretto lì da Accattoli
ci ha preso per un gruppone di tradizionalisti che non trombano, scusate il francesismo.
Dice che non capiamo una ceppa di tutta la storia del cristianesimo e che stiamo lì a giudicare come dei poveri malati di mente.
Ma visto lo stato della nostra abiezione perchè questo individuo illuminato (e immagino anche un po’ itterico) ci legge e vi insiste da tempo?
E’ un fioretto?
Invece di darsi la disciplina con la frusta, legge il nostro blog?
L’attuale primavera può sciorinare fior di commentatori, non c’è che dire.
21 agosto 2013 01:34


…..Anonimo ha detto…
Eheheheheh, piuttosto masochista il poveraccio che insiste a infliggersi la pena venire qui.
Certo che a leggere certi commenti di “fulminati sulla via di Bergoglio”
si capisce sino a che punto alcuni abbiano abdicato al proprio cervello.
….21 agosto 2013 08:49



…..ma quanto erano belle le messe di BXVI,
quanto elegante era lui coi suoi paramenti,
e l’adorazione eucaristica,quando lui fissava l’Ostia immergendovisi……
basta,che mi sale l’acido…Lupus et agnus
21 agosto 2013 10:21

Da:
http://www.blogger.com/comment.g?blogID=959481195507810508&postID=7228661959428054401


Ma anche:


… ha detto…

Evviva Papa Benedettooooooooooo…..



Carissimi vedovi e vedove inconsolabili, sappiatelo!!!!!! Siamo casi clinici, “giovani repressi persino 25-30enni,
spaventati dalla corresponsabilità sessuale tra donne e uomini,f ollemente innamorati del vecchietto bavarese…..,che vedono nell’altare circondato da alte balaustre
la difesa alla loro malferma castità e virilità,
giudici altrui, perché spaventati dai mostri che non hanno voluto riconoscere in se stessi,
ma fino a quando saranno protetti da omertosi integristi,
che vogliono la gloria di una istituizione,
e il silenzio di peccati(reati.)”.
VERGOGNAMOCI!!!!!!!!!
Per castigo si rimane tutti in chiesa e non si va in periferia.
Qualcuno, in fin dei conti, dovra’ pure rimanerci alla base.
20 agosto 2013 20:03


….
Anonimo ha detto…
Ma Raffaella, siete delle memores???
…Diego
21 agosto 2013 07:35


….
Raffaella ha detto…
Siamo delle Memores?
Ma da dove prendi queste notizie?
Cerca di controllare le tue fonti prima di scrivere certe cose…
Non mi piacciono i distributori di patenti cattoliche che proliferano da marzo.
Non c’e’ niente di male ad essere un membro delle Memores Domini ma si da’ il caso che io non lo sia.
In otto anni non sono mai andata in altri blog ad invitare la gente a vergognarsi perche’ qualche lettore esprimeva riserve su Benedetto XVI.
R.
21 agosto 2013 07:41

….
Da:
http://www.blogger.com/comment.g?blogID=959481195507810508&postID=6856896088777103416


ps:
(A Diego:
“Memores” le ho chiamate io, per la loro particolarissima fedeltà “casalinga” all’unico papa Benedetto XVI)


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Stampa e TV, froci e papa decontestualizzati.

papa in aereo

.


I titoli di stampa sono da giro del mondo.


Papa: «chi sono per giudicare i gay? »


Pare che papa Bergoglio abbia fatto una affermazione rivoluzionaria.


Ma non è così.


Perché manca il contesto narrativo.


Gian Guido Vecchi del Corriere della Sera chiede:
“Come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?”.

Papa:

« Si scrive tanto della lobby gay,
io ancora non ho trovato mi dia la carta d’identità di Vaticano con gay.
Dicono che ce ne sono,
credo che quando uno si trova una persona così,
deve distinguere ,
il fatto che sia una persona gay ,
e il fatto di fare una lobby,


perché le lobby tutte non sono buone,
questo è cattivo.


Se una persona è gay,
e cerca il Signore,
e ha buona volontà,
ma chi sono io per giudicarla!


Il problema non è avere questa tendenza, no !


Dobbiamo essere, ma, fratelli,


il problema è fare lobby, in questa tendenza, o lobby di affari, lobby politici, lobby dei massoniche, tante lobby,
questo è il problema piu’ grave per me»

http://video.corriere.it/papa-non-giudico-gay-vaticano-chi-sono-io-giudicare/644653d8-f851-11e2-a59e-96a502746665

http://multimedia.lastampa.it/multimedia/vatican-insider/lstp/185152/


Dunque,
il papa, non aggiunge assolutamente nulla in più
o non dice nulla di diverso,
di quanto il Catechismo della Chiesa Cattolica
o di quanto i suoi papi predecessori
hanno sino ad oggi detto.


Ma,
c’è un esplicitarsi con una modalità formulata,
senza dubbio, inusuale per un papa dell’epoca post-ratzingeriana,
per un papa che arriva dopo almeno 20 anni di restaurazione in parole, atti e omissioni,
attuate dalla diarchia Ratzinger-Woytjla.


«ma chi sono io per giudicarla !»


Frase che ha segnato i titoli di stampa è TV,
e che appare estremamente inusuale,
nella bocca di un pontefice.


Che vuol dire ?


Forse è meglio non vendere la pelle dell’orso,
prima di averlo ucciso.


Cosa che alla stampa riesce sempre estremamente difficile pur di far sensazione,

Fonte:
http://www.corriere.it/cronache/13_luglio_29/intervista-papa-lobby-gay-ratzinger-scarano_6c99664c-f83d-11e2-a59e-96a502746665.shtml

altra fonte di natura tradizionalista:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/07/29/il-papa-parla-sul-caso-ricca-ma-non-dice-ancora-lultima-parola/

altre fonti:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/29/vaticano-via-libera-a-scambio-di-informazioni-finanziarie-con-litalia/670290/

http://www.repubblica.it/esteri/2013/07/29/news/vaticano_e_italia_accordo_scambio_informazioni_finanziarie-63915842/

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-29/papa-francesco-problema-sono-130829.shtml

http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2013/07/29/papa_francesco_trasparenza_ior_contro_lobby_non_giudico_se_uno_e_gay.html

http://www.unita.it/mondo/il-papa-rientrato-a-roma-br-e-scende-con-il-bagaglio-a-mano-1.513478

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/VATICANO/bergoglio_papa_ior_gay/notizie/309724.shtml

http://www.huffingtonpost.com/2013/07/29/pope-francis-gays_n_3669635.html?utm_hp_ref=mostpopular

http://www.huffingtonpost.it/2013/07/29/papa-francesco-gay-reazioni-italia_n_3671072.html?utm_hp_ref=italy

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/gmg-26831/

http://www.lastampa.it/2013/07/29/multimedia/italia/papa-chi-sono-io-per-giudicare-i-gay-lCJsGk99F8eBMZ5B67ap0O/pagina.html

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/07/29/APbrFe5F-giudico_lobby_dico.shtml

http://www.lettera43.it/cronaca/il-papa-chi-sono-io-per-giudicare-un-gay_43675103834.htm

http://www.vanityfair.it/news/italia/13/07/29/papa-francesco-gay

http://www.internazionale.it/news/tmnews/2013/07/29/papa-le-lobby-non-buone-ma-chi-sono-io-per-giudicare-gay/

http://www.gionata.org/index.php?option=com_content&view=article&id=5075:papa-francesco-chi-sono-io-per-giudicare-una-persona-gay&catid=116:il-dibattito-nelle-chiese&Itemid=100456

http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/25202_Il_Papa__Chi_sono_io_per_giudicare_un_gay_.php#.Ufc09qxFo1I

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1287019/Papa-Francesco—Chi-sono-io-per-giudicare-un-gay–.html

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-francesco-rientrato-italia-939689.html

http://www.ilvelino.it/it/article/il-papa-sui-gay-chi-sono-io-per-giudicare/24d92db7-2b21-4e1f-a008-5132501b5bc5/

http://www.secoloditalia.it/2013/07/papa-bergoglio-ritornando-dal-brasile-chi-sono-io-per-giudicare-un-gay/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=papa-bergoglio-ritornando-dal-brasile-chi-sono-io-per-giudicare-un-gay

http://www.aleteia.org/it/religione/news/papa-francesco-e-i-giornalisti-dallo-ior-al-caso-ricca-dalla-lobby-gay-a-vatileaks-2996001

Stampa integrista:
http://www.tempi.it/papa-francesco-sui-gay-ripete-il-catechismo-dimostrando-che-non-ce-omofobia-nella-chiesa#.Ufcv96xFo1I

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-papa-e-gay-la-rivoluzione-che-non-ce-6983.htm

Blog INTEGRISTI:
http://apostatisidiventa.blogspot.it/2013/07/fesso-spaolo-o-apostata-bergoglio.html


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Allontanare la PAPOLATRIA

rio

.


La papolatria è stata una cifra dei pontificati 1978-2005 19782013, nello specifico, da Papa Woytjla a papa Ratzinger.


Nessun giovane degli anni ’70 si sarebbe immaginato di veder sorgere nei decenni successivi,
sentimenti ed emotività, tanto legati al culto della persona del papa.


Eppure in realtà,
papa Woytjla e papa Ratzinger non avevano fatto nulla per alimentarla,
ma pur vedendola,
non hanno fatto nulla per allontanarla,
pensandola come un ritorno di fiamma della fede nella Chiesa di Gesù il Cristo.


L’attuale papa Bergoglio,
ha visto i frutti nefasti di una fede legata alle persone dei papi e non legata, nella Chiesa, a Cristo.


Papa Bergoglio,
sin dal primo secondo del suo pontificato e ogni giorno,
non cessa di domandare preghiere al Signore dal popolo,
perché, riesca a fare il suo servizio all’unità della Chiesa nel modo migliore.


Chiedendo incessantemente preghiere dal popolo,
egli vuole allontanare da loro stessi,
ogni tentazione alla papolatrìa.


Mentre il papa percorre le strade tra il popolo festante in piazza s. Pietro,
o a Rio de Janeiro tra le migliaia di giovani,
il papa vede gettare verso di lui, la sua jeep, tanti biglietti e buste,
che contengono preghiere, invocazioni, al Signore dal Papa,.


Ma il rimando è continuo.


Il papa, può pregare se il popolo prega, e ancora anche il contrario..


Al centro di tutto è solo la preghiera.


La preghiera allontana ogni tentazione alla papolatrìa, nel popolo.

.
.
Remove the Popelatry

No young man of the 70s would have imagined to see rise in the following decades,
feelings and emotions, both linked to the cult of the person of the pope.

Yet in reality,
Pope Wojtyla and Ratzinger Pope had done nothing to feed,
but still seeing her,
have not done anything to separate it,
thinking of it as a flashback of faith in the Church of Jesus Christ.

The current pope Bergoglio,
has seen the nefarious fruits of a faith linked to people of the popes and unbound, in the Church, to Christ.

Pope Bergoglio,
from the very first second of his pontificate and every day,
does not cease to ask for prayers to the Lord by the people,
because, is able to do his service to the unity of the Church in the best way.

Incessantly asking prayers from the people,
he wants to remove from themselves,
any temptation to Popelatry.

While the pope through the streets among the people cheering in the square s. Peter,
or in Rio de Janeiro among the thousands of young people,
Pope sees throw at him, his jeep, so many cards and envelopes,
that contain prayers, invocations to the Lord by the Pope.

But the reference is continuous.

The pope, if the people can pray pray, and yet the opposite ..

At the center of it all is only prayer.

The prayer away any temptation to Popelatry, in the people.


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Lumen fidei e gay, giornalismo che sguazza….

LUMEN FIDEI - cover


Ci sono vaticanisti,
che si fumano qualcosa,
prima di leggere una Enciclica…?


Leggo l’articolo di Giacomo Galeazzi


« … i cardini del documento.
Il primo è l’antidoto al fondamentalismo religioso:
«Il credente non è arrogante, anzi la sicurezza della fede rende possibile il dialogo con tutti e in ogni campo». E anche nella coppia »…


…«Nel documento ….. il tono è lo stupore e la comprensione delle fatiche dell’uomo contemportaneo.»…


Ma soprattutto in questa asserzione:

…«La fede «è un bene per tutti», non serve a costruire unicamente l’aldilà, ma aiuta a edificare la società. No, dunque, al matrimonio omosex.»…


A leggere l’enciclica,
non pare affatto che il primo cardine che viene posto nel documento sia l’antidoto al fondamentalismo.


Ma ancora più,
a leggere l’enciclica,
il papa non s’interessa minimamente al matrimonio per i gay.

Il papa afferma chiaramente che il primo ambito della fede è la famiglia.

«Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio.
Essa(l’unione) nasce
dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio,
dal riconoscimento e
dall’accettazione della bontà della differenza sessuale,
per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne
e sono capaci di generare una nuova vita,
manifestazione della bontà del Creatore,
della sua saggezza e del suo disegno di amore. »

(Lumen Fidei, 50)


Il papa è interessato esclusivamente
a dire sull’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio,
e non afferma,
tecnicamente,
cosa deve essere il matrimonio civile.


Le parole dell’enciclica non si prestano ad alcuna guerra,
né ad alcun odio.


Come sono vili le forzature dei giornalisti e di qualche checca isterica che è sempre in attesa di lanciare la sua scarpetta tacco 15 !


In verità, la citazione fede-matrimonio-differenza sessuale,
come figura nel documento,
appare una necessità espressiva tipica dell’omiletica ratzingeriana,
ma nel contesto del quarto capitolo che è soprattutto opera bergogliana,
almeno sembra sfuocarsi.


Ovviamente,
chi vuole vedervi a tutti i costi proclami di guerra,
contro i gay,
o trovarne per farne contro i cattolici,
dimostra
la pericolosità sociale degli opposti fondamentalismi.

no alle


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Lumen fidei ?

LUMEN FIDEI - cover

Va bene.
Sono una persona normale.
In virtù del battesimo ricevuto e del mio essere credente in Gesù, nella tradizione cattolica,
l’enciclica scritta da Ratzinger e resa pubblica da Bergoglio,
è una lettera inviata anche a me.


Arrivato al n. 36 del testo, pressoché , metà del documento,
una domanda
mi è sorta istintiva e spontanea:


“Ma cosa viene detto,
di quanto
non si sia già scritto
negli ultimi 100 anni,
di riflessione,
già scritto
da uomini di profonda vita spirituale,
da bravi teologi,
da insigni cristiani ?”


E dinanzi al pensiero trasmesso
da teologi e maestri nella Chiesa
di questi ultimi 2000 anni ?


All’apparenza sembra
un’apologia disincarnata.


Una grande bella esposizione,
buona per i devoti.


Ma cosa dice
a uomini e donne cristiani
che attraversano il buio ?
la profondità della notte ?
l’oppressione feroce delle cattiverie umane ?
l’obnubilazione dato dai cattivi mali del corpo ?


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Presentazione libro: “Joseph Ratzinger. Crisi di un papato” di Marco Politi.

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Conclave, il fenomeno slavina.

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Crolli emotivi e effetti slavina. Momenti chiave dell’elezione

 di Luigi Accattoli

Come suggerisce la parola stessa i Conclavi sono spesso sorprendenti:
«conclavisti» infatti vuol dire «chiusi a chiave» e chi sta chiuso è pressato a fare presto.
Nel Conclave non c’è concertazione  collettiva, ma solo consultazione personale.
I Conclavi dell’ultimo secolo sono durati un giorno o  due, al massimo cinque (quello di Pio XI, nel 1922)
e in quelle poche ore dei pasti o della notte  nessuno riesce a consultare l’insieme.

Con la normativa attuale si fanno due scrutini al mattino e due al pomeriggio, senza intervallo tra  l’uno e l’altro.
Se nel primo si profila un candidato forte, ognuno degli elettori deve decidere «in  coscienza» se votarlo o cercare di contrastarlo convergendo su un nome alternativo,
ma non può  concertare con nessuno la sua scelta.

Il segreto è strettissimo e si hanno solo indiscrezioni ma pare che all’ultimo Conclave,
quello del  2005 che elesse il cardinale Ratzinger al quarto scrutinio, sia stato il crollo emotivo dell’argentino
Bergoglio ad accelerare l’elezione del Papa tedesco:
qualcosa di simile
a quanto immagina il film di Moretti «Habemus Papam» (2011).

Durante la pausa del pranzo l’argentino, che aveva avuto —  pare — 40 voti al terzo scrutinio disse ai sostenitori che era folle votare lui invece che Ratzinger e  una parte di quelli al quarto scrutinio andarono su Ratzinger.

Benedetto si affacciò alla Loggia della Basilica di San Pietro con un maglione nero sotto la veste  bianca,
tanto quell’elezione così veloce l’aveva colto di sorpresa.
Il cardinale belga Dannels dirà ai  giornalisti:
«Abbiamo capito che i tempi non sono maturi per un Papa latino-americano».

Un patema simile, alla Moretti, l’aveva vissuto il cardinale Luciani nel primo dei due Conclavi del  1978,
nel quale era stato eletto — anche lui — con quattro scrutini in poco più di 24 ore di «chiusura a chiave».

Aveva avuto 23 voti al primo scrutinio, risultando secondo dietro a Siri che ne  aveva ottenuti 25.
Ma al secondo era salito a 53 mentre Siri scendeva a 24:
quand’uno sale molto e  l’altro scende, anche solo di un voto,
si attiva il fenomeno slavina.

Al terzo il Patriarca di Venezia ne aveva ottenuti 70 e al quarto era stato eletto con 98.

«Dopo il terzo scrutinio, mi sarebbe piaciuto scomparire senza dare nell’occhio»
confiderà il Papa  dei 33 giorni.

Racconterà il cardinale spagnolo Tarancon:
«Quando i suoi voti superarono il quorum degli 89 voti,
ci alzammo in piedi ad applaudire,
ma non lo vedemmo:
stava rannicchiato  sulla sua sedia,
si era fatto piccolo, piccolo;
voleva quasi nascondersi».

La leggenda vuole che  decisiva per la sua elezione sia stata l’assicurazione,
data (ma da chi?) tra il terzo e il quarto  scrutinio,
che il cardinale Benelli — suo «grande elettore» —
non sarebbe divenuto Segretario di Stato.

La sorpresa totale si ebbe al secondo Conclave del 1978,
quello che elesse il cardinale Wojtyla a  soli 50 giorni dall’elezione del cardinale Luciani.
Giovanni Paolo II viene eletto all’ottavo scrutinio,
con 99 voti su 111: avrebbe avuto 11 voti al sesto scrutinio e 47 al settimo.

I primi cinque scrutini
erano stati dominati dai cardinali Siri e Benelli, arrivati — pare — a 48 e 30 voti.

Il passaggio a un  non italiano era stato preparato, nella notte, dal cardinale austriaco König
con l’aiuto dello statunitense Krol, del tedesco Ratzinger e dell’italiano Pellegrino.

Il cardinale König ebbe a narrare della travagliata conversazione che si trovò a fare in quella notte  con il primate di Polonia cardinale Wyszynski:
gli prospettò l’opportunità di «uscire dall’Italia» e di  «andare in Polonia»
ma l’anziano primate immaginò d’essere lui il prescelto e gli rispose asciutto
«io sono insostituibile in Polonia».

König non ebbe il coraggio di dirgli che si puntava a eleggere  Wojtyla.

in “Corriere della Sera” del 24 febbraio 2013

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201302/130224accattoli.pdf


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