Archive for Maggio 2014

IL MIRACOLO DEL TELEGRAMMA DI MONTINI

1977 FILE PHOTO OF POPE PAUL VI


Il futuro Paolo VI
fermò la esecuzione franchista.


Jordi Cunill si salvò, come suole dirsi per puro miracolo


Papa Francesco ha approvato il miracolo necessario di Paolo VI ed è stato annunciato per il 19 ottobre la sua beatificazione.


Però ora racconterò un altro miracolo sensazionale che può valere per la sua canonizzazione.


L’elezione papale del cardinale Montini è stato preso molto male dal dittatore Francisco Franco e il governo andava ripetendo che il Papa non amava la Spagna.
Anzi, si diceva, senza alcun fondamento, che Montini aveva avuto un fratello che aveva combattuto nelle Brigate Internazionali durante la guerra civile.


Era tutto il contrario di quel grido che si era distinto nella dittatura franchista sotto il pontificato di Pio XII:
La Spagna per il Papa e il Papa per la Spagna


Non è che Paolo VI fosse antifranchista,
però in quei tempi di nazionalcattolicesimo
Paolo VI voleva che la Chiesa spagnola non si confondesse con il regime.


Pienamente vigente il concordato
che dava ampio spazio di prelazione al dittatore Francisco Franco, per la nomina dei vescovi,

il dittatore
non intendeva rinunciare al “derecho de presentación”,
vale a dire al privilegio di scegliere i nomi dei vescovi all’interno della rosa di candidati che gli veniva fornita dalla chiesa,
ma


Paolo VI, con la collaborazione del Nunzio Apostolico Mons. Luigi Dadaglio ,
è riuscito ad aggirare i divieti di Franco e a cambiare l’episcopato spagnolo grazie alla nomina dei vescovi ausiliari a cui non si applicava il diritto di prelazione del dittatore,


vescovi ausiliari che nella Conferenza Episcopale Spagnola avevano lo stesso diritto al voto e alla parola dei vescovi residenziali


(in seguito, senza concordato, né diritto di prelazione, sarà Giovanni Paolo II e altri nunzi apostolici a ribaltare l’episcopato spagnolo, ma nel senso opposto).


Con il chiaro proposito di fare ammenda alla memoria di Paolo VI, si è celebrato a Madrid, dal 20 al 21 maggio 1994 di venti anni fa, il simposio “Paolo VI e la Spagna”, organizzato dall’Istituto Paolo VI di Brescia in collaborazione con la Universidad Pontificia de Salamanca.


In questa occasione si è parlato molto del telegramma di Montini al dittatore Franco,
quando era arcivescovo di Milano nel 1962,
che intercedeva per lo studente Jordi Cunill che era stato condannato a morte.


Questo telegramma è stato oggetto di continua lamentela del regime franchista contro Montini.


Il governo del regime franchista si mostrò scandalizzato che l’Arcivescovo Montini intercedesse per un terrorista e diceva che Cunill non era stato condannato a morte ma ad una prigionia (il telegramma di Montini, prudentemente, non accennava a “condannato a morte” ma a “pericolo di vita”)


Ma in quel simposio del 1994, prende la parola l’avvocato e storico Josep Benet, che era stato l’avvocato di Jordi Cunill e ha spiegato in dettaglio cosa è successo.


Cunill aveva messo un petardo nella redazione de La Vanguardia e nella residenza Monterols,
e per questo venne qualificato come pericoloso terrorista e si aprì un processo sommario.


Ventitrè anni dopo la guerra civile,
in Spagna si continuava ancora ad utilizzare questa procedura di emergenza,
originariamente prevista per i reati in flagranza contro il nemico e in luoghi assediati,
e questo serviva a Franco per liquidare i nemici politici in meno di 48 ore.


Celebrato il processo sommario a Barcellona il 22 settembre,
la Procura chiede pena di morte.


Non vi è accordo in tribunale, e per la maggioranza la sentenza impone 30 anni,
ma il Capitano generale della Catalogna,
nel suo ruolo di Autoridad Judicial , dissente,
chiede la pena di morte
e il caso viene portato al Consiglio Superiore di Giustizia Militare.


Il 5 ottobre, si celebra in Madrid l’udienza finale,
e la sentenza non viene emessa.


Passano il 6 e il 7 senza pubblicare la sentenza,
e allora l’Associated Press informa che c’è la condanna di morte, pendente in attesa che il prossimo Consiglio dei ministri lo ratifichi.


Secondo l’ordinamento della giustizia militare allora in vigore,
se la pena non era di morte si comunicava immediatamente all’avvocato difensore e all’imputato,
ma se la pena era capitale non la si rendeva pubblica fino a quando non erano esauriti tuti i ricorsi e diventava definitiva.


Ma dopo aver ricevuto il telegramma dell’Arcivescovo di Milano, Montini, il Governo franchista alle 4:30 del 8 ottobre comunica alle agenzie e alla stampa che la pena per Jordi Cunill è di 30 anni.


Jordi Cunill morirà nel 1998.

http://blogs.periodistadigital.com/hilari-raguer.php/2014/05/21/josep-benet-y-el-milagro-del-telegrama-d

__________________
Commento personale:
L’evento narrato dal monaco benedettino p. Hilari Raguer (86enne)
Ricorda molto bene l’impegno di Giovanni Battista Montini per salvare le vite umane
In tutti i contesti storici,
da semplice prete sotto il fascismo ed il nazismo in Italia,
da vescovo,
da papa.

Sono tantissime le persone che debbono la vita a Giovanni Battista Montini.

Ma con il sanguinario dittatore cattolico Francisco Franco,
Montini
più volte implorò la salvezza di vite umane,
e il dittatore se ne fregò altamente.

Era marzo 1974, il giovane di 26 anni Salvador Puig Antich viene condannato a morte,
dopo un processo
senza testimoni,
senza indagini,
senza analisi e accertamenti balistici.

Per salvarlo, Paolo VI telefonò a Franco,
sentendosi rispondere: «Il Generalissimo non può essere disturbato».

Paolo VI interviene con una lettera indirizzata al dittatore Franco perché concedesse la grazia al giovane catalano, militante del Movimiento Ibérico de Liberación.

Il 2 marzo 1974 Salvador Puig Antich viene giustiziato con la famosa garrota, per spezzamento del collo.

Nicea, anno 2025, l’unità

Concilium niceanum concilio di nicea 325


Per celebrare il 1700 ° anniversario del primo concilio ecumenico della Chiesa indivisa


Bartolomeo e Francesco sono d’accordo,
i loro successori saranno a Nicea nel 2025


Nella città turca è stato istituito il Credo, simile a quello che oggi viene recitato nella liturgia


Nicea, 325.
Il primo concilio ecumenico della storia che gettò le fondamenta della Chiesa.


Nicea, 2025.
1.700 anni più tardi, ortodossi e cattolici,
si ritroveranno a firmare il ritorno all’unità tra i cristiani?


Questo sembra essere il desiderio di Francesco e Bartolomeo, che lo scorso fine settimana si sono incontrati presso il Santo Sepolcro, e che si sono accordati che i loro successori
si ritroveranno nella città turca.


E’ quanto ha rivelato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, di ritorno da Gerusalemme rivelando un appuntamento importante per l’unità tra cattolici e ortodossi:
incontrarsi insieme nel 2025 a Nicea, dove si è tenuto il primo vero Concilio ecumenico della Chiesa indivisa.


Bartolomeo con il Papa Francisco “hanno deciso di lasciare in eredità ai successori di ritrovarsi a Nicea nel 2025, per festeggiare insieme dopo 17 secoli, il primo sinodo veramente ecumenico, che ha lasciato il Credo.


Il Concilio di Nicea (oggi Iznik, 130 km da Istanbul)
si è riunito nel 325 con più di 300 vescovi da Oriente e Occidente ed è considerato il primo vero concilio ecumenico.
In questo concilio è stato istituito il Credo, simile a quello che recitiamo oggi nella parte iniziale della s. Messa, affermando che Gesù condivide “della stessa sostanza del Padre”, contro l’ideologia ariana.

Bartolomeo and Francesco 2014

http://www.asianews.it/notizie-it/Bartolomeo:-Con-Francesco-invitiamo-tutti-i-cristiani-a-celebrare-il-primo-sinodo-di-Nicea-nel-2025-31213.html

http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/francesco-terra-santa-34433/

Messori, due papi al prezzo di uno (e il cannone gratis)


Vittorio Messori, un cattolico alla canna ?


Ma quante se ne fa di canne ?


alla sua venerabile età ?


Perché a leggerlo viene l’enorme sospetto che si sia fumato un cannone,
e che i fumi stiano dando al cervello di tutta la blogsfera del mondo cattolico tradizionalista, integralista, fatimista, sfigatista, apocalittico,
che anche la Madonna di Mediugorje s’è messa paura.

Messori sul Corsera scrive che abbiamo due papi in piena attività,
e lo dimostra con favolose masturbazioni mentali che hanno mandato in sollucchero anche Maria Guarini con il suo blog tradizionalista “chiesa e postconcilio”


prendendo a prestito lo studio di tal Stefano Violi


Scrive Messori:


“…che l’atto di Ratzinger innovi profondamente e che i papi viventi siano ora davvero due.


Anche se uno di loro volontariamente “dimezzato”, per dirla in maniera un po’ semplicista
ma, ci pare, non errata.


Si scopre, cioè, che Benedetto XVI non ha inteso rinunciare
al munus petrinus, all’ufficio, al compito, cioè, che il Cristo stesso attribuì al capo degli apostoli e che è stato tramandato ai suoi successori.


Il papa ha inteso rinunciare solo
al ministerium, cioè all’esercizio, all’amministrazione concreta di quell’ufficio.


Nella formula impiegata da Benedetto, si distingue innanzitutto tra il munus , l’ufficio papale, e la executio, cioè l’esercizio attivo dell’ufficio stesso.


Ma l’executio è duplice:
c’è l’aspetto di governo che si esercita agendo et loquendo, lavorando ed insegnando.


Ma c’è anche l’aspetto spirituale, non meno importante, che si esercita orando et patendo, pregando e soffrendo.


Ecco , dunque, il perché della scelta, inattesa e inedita, di farsi chiamare “papa emerito“.
Un vescovo resta vescovo quando l’età o la malattia gli impongono di lasciare il governo della sua diocesi e si ritira a pregare per essa.


Tanto più il vescovo di Roma, al quale il munus, l’ufficio, il compito di Pietro,
è stato conferito una volta per tutte, per l’eternità intera, dallo Spirito Santo,
servendosi dei cardinali in conclave solo come strumenti.


….Benedetto XVI si è spogliato di tutte le potestà di governo e di comando inerenti il suo ufficio, senza però abbandonare il servizio alla Chiesa:
questo continua, mediante l’esercizio della dimensione spirituale del munus pontificale affidatogli.


A questo, non ha inteso rinunciare.


Ha rinunciato non al compito,
che non è revocabile,
bensì alla sua esecuzione concreta…


…. per questo Francesco non sembra amare il definirsi ”papa”, consapevole com’è di condividere il munus pontificale, almeno nella dimensione spirituale, con Benedetto. …


Ciò che invece ha ereditato interamente da Benedetto XVI è l’ufficio di vescovo di Roma.



Per la prima volta, dunque, la Chiesa avrebbe davvero due papi,
il regnante
e l’emerito?


…Pare proprio che questa sia stata la volontà di Joseph Ratzinger stesso,
con quella rinuncia al solo servizio attivo

http://www.vittoriomessori.it/blog/2014/05/28/i-due-papi-della-chiesa/
di Vittorio Messori

________________________

Blogosfera tradizionalista in subbuglio:


mic 29 maggio 2014 09:21
…problema non è solo l’impatto sulla gente, ma è di ordine metafisico. …Perché non parlano vescovi e canonisti, invece che i giornalisti?


Stefano78 29 maggio 2014 14:35 … Il “ministero petrino” non è Teologicamente e Metafisicamente scindibile. … …O è possibile, metafisicamente, scindere il primato o non lo è! E se non lo è, come sappiamo PER RIVELAZIONE, l’abdicazione di Benedetto XVI E’ INVALIDA!


29 maggio 2014 15:52 se – come dice Messori – Benedetto XVI “non ha inteso rinunciare al munus pontificale” che “non è revocabile”, che dimissioni sono le sue?
Messori sa bene che tutto il suo articolo induce a farsi una domanda drammatica (chi è il papa?), ma evita accuratamente di formularla, lasciando che se la ponga il lettore. Perché? E questo articolo è il segnale che negli ambienti della Chiesa se la stanno ponendo in tanti?”

29 maggio 2014 18:32 Il primato non si scinde! E dunque se un papa “abdica” sul fondamento di una “scissione” del primato, CHE ABDICAZIONE E’? Dunque è l’abdicazione stessa ad essere invalida, perché il primato non si scinde! E se abdico, scindendolo, non sto abdicando! Se mi ritengo “Papa emerito”, ritengo di non aver abdicato.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/05/permanenza-del-papato-permanenza-della.html

blog raffaella messori i due papi

Terrasanta, cattolici contro il papa

Per i cattolici tradizionalisti è un misto di incazzatura tra
antibergoglismo e antiebraismo.

federici antibergoglismo e antiebraismo tradizionalisti

.radiospada antibergoglio antiebrei terrasanta

Sto studiando per imparare a morire – Antonio Thelung

Sto studiando per imparare a morire - Antonio Thelung 1 Sto studiando per imparare a morire - Antonio Thelung 2


Roma, presentazione del libro


«Sto studiando per imparare a morire»,
di Antonio Thelung
Martedì 3 Giugno 2014 – ore 18.30
Centro Russia Ecumenica
Borgo Pio, 141

ROMA


Interverranno:
Carlo Molari, teologo,
Giovanni Creton, Oncologo,


Coordina:
Vittorio Sammarco

SARÀ PRESENTE L’AUTORE

Autobiografia di un cattolico marginale – Giovanni Franzoni

Autobiografia di un cattolico marginale - Giovanni Franzoni


presentazione del libro
«Autobiografia di un cattolico marginale»,
di Giovanni Franzoni
Martedì 20 Maggio 2014 – ore 17.00
Sala “Pietro da Cortona” in Campidoglio

ROMA


Relatori:
Padre Innocenzo Gargano – Benedettino camaldolese
Prof.ssa Francesca Brezzi – Docente di Filosofia Morale presso l’Università Roma Tre
Presiede:
Raniero La Valle – Ex direttore de “l’Avvenire d’Italia”

SARÀ PRESENTE L’AUTORE

Tutti a piazza Santi Apostoli – veglia per le vittime dell’odio contro persone omoaffettive

Veglia di preghiera in ricordo delle vittime dell’odio contro le persone omoaffettive,
a Roma
in Piazza SS. Apostoli
venerdì 16 maggio a partire alle 19:30.


Come nel precedente post: “Tutti al Colosseo per le ragazze rapite dai fondamentalisti”


Continuo a ricordare:
che l’odio dei fondamentalisti
si annida in tutte le religioni,
cristiane,
islamiche,
ebraiche,
buddiste ed interessano tutti i paesi del mondo
ma
si annida anche in
atei,
non credenti….

Veglia vittime odio contro omoaffetttivi 2014

Roma, Donne e Teologia – 15 mag ore 18

SUI GENERIS”: IL “GENERE” IN TEOLOGIA.
Donne e teologia


L’incontro si terrà giovedì 15 maggio 2014,
alle ore 18
(sala valdese, via Marianna Dionigi 59, Roma).


“Sui generis”: i ‘vestiti’ della teologia
presentazione del fascicolo monografico della rivista Protestantesimo


intervengono le teologhe
Letizia Tomassone
Marinella Perroni
modera il direttore della Rivista, prof. Enrico Benedetto

SUI GENERIS - sala valdese 15 maggio 2014 ore 18

Tutti al Colosseo per le ragazze rapite dai fondamentalisti


Alle 19:45 siamo tutti al Colosseo.


Il Colosseo si spegne per accendere i riflettori sulle ragazze cristiane rapite in Nigeria.

15 mag 2014 al colosseo


Le luci del Colosseo saranno spente e negli stessi istanti si alzeranno le fiaccole ricordando le vittime delle oppressioni di ogni forma di fanatismo ed estremismo.


Circa 276 studentesse, di età fra i 15 e i 18 anni, sono stati rapite il 14 aprile 2014 dagli alloggi del collegio di Chibook nello stato nord orientale di Borno (Nigeria).
Una quarantina di ragazze sono riuscite a liberarsi, ma più di 200 mancano all’appello.


Dal 2009 Boko Haram
– setta jihadista fondata nel 2001
con lo scopo di cacciare i cristiani dal nord della Nigeria, dove i musulmani sono la maggioranza, e di instaurarvi un regime fondato sulla rigida applicazione della sharia –
ha ucciso migliaia di persone nel nord del Paese.


Boko Haram, che nella locale lingua Hausa vuol dire «cultura occidentale è peccato», vanta legami con al Qaida.


Ricordo che l’odio dei fondamentalismi si annida in tutte le religioni, cristiane, islamiche, ebraiche, buddiste ed interessano tutti i paesi del mondo.

Ragazze cristiane rapite in Nigeria

Ragazze cristiane rapite in Nigeria

I Vescovi davanti alle elezioni europee….

Il 25 maggio in Europa si votano i parlamentari europei.


In Italia, i politici stanno conducendo una lotta tra loro in cui l’Europa non ha spazio.


Ogni giorno TV e stampa, in Italia, riversano nelle case, nelle famiglie, tra i cittadini,
una immagine della lotta politica
in cui l’Europa appare solo un terzo incomodo.


I cittadini vivono sulla propria pelle un senso profondo di confusione.


I vescovi cattolici sono guide spirituali per i cittadini cattolici, nelle Chiese locali dell’Europa devono accompagnare al discernimento, senza imporre moralmente loro scelte personali.

VESCOVO DI IMOLA - Tommaso Ghirelli
Il vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli , ricorda:
è mio dovere ricordare la rilevanza del voto,
che richiede preghiera,
preparazione e va esercitato con senso di responsabilità.


Con riferimento alla Evangelii Gaudium
raccomando
la conoscenza sempre più approfondita
della dottrina sociale cristiana, su cui ogni credente deve fondare le sue scelte anche in ambito politico e amministrativo.


raccomando
la preghiera,
perché lo Spirito Santo illumini efficacemente elettori ed eletti.

————–

 

VESCOVO DI FERRARRA - LUIGI NEGRI
Il vescovo di Ferrara, Luigi Negri , ricorda:
Come Vescovo la mia prima missione è l’annuncio del Vangelo …


Nel Vangelo che vi debbo annunciare …


sono contenuti i “principi non negoziabili” …


che elenco….


Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele



Poi magari, se si va a cercare la citazione di questi “principi non negoziabili”,
nel vangelo,
non si riesce a trovarne traccia.

 

BISHOPS
La Commissione dei Vescovi Europei ricorda:
Sentiamo come nostro dovere,
quali Vescovi,
di offrire orientamenti all’elettore UE
formandone la coscienza,
e desideriamo farlo sottolineando le questioni di rilievo,
valutandole
attraverso il prisma della dottrina sociale Cattolica.


Più elevata sarà l’affluenza, più forte sarà la nuova legislatura


Ma i vescovi ricordano i giovani e la precarietà,
ricordano il dovere dei politici che arriveranno al Parlamento europeo,


siano coscienti del danno collaterale causato dalla crisi bancaria/economica iniziata nel 2008.


…l’attenzione pubblica sulla difficile situazione di coloro che sono già poveri e vulnerabili, dei giovani e dei disabili, senza dimenticare coloro che sono stati spinti nella povertà di recente dalla crisi.
I numeri dei “nuovi poveri” stanno crescendo ad un ritmo allarmante.


Un altro pilastro dell’Unione
ma anche un principio posto alla base della dottrina sociale Cattolica è quello di solidarietà.
Occorre fare in modo che esso guidi le politiche ad ogni livello all’interno dell’UE, tra le nazioni, le regioni e i gruppi della popolazione.
Dobbiamo costruire un mondo differente, con la solidarietà al suo cuore.


Il trattamento dei migranti al punto d’accesso al territorio sia umano…


La libertà religiosa è una caratteristica fondamentale di una società tollerante e aperta…


proteggere il giorno di riposo settimanale comunemente condiviso, che è la Domenica….


a nome dei nostri cittadini anziani il livello e la qualità delle cure alle quali essi hanno diritto, ma invocheremmo anche politiche che creino nuove opportunità per i giovani. …


L’Unione Europea è a un punto di svolta.
La crisi economica, provocata dal collasso bancario del 2008,
ha messo alla prova le relazioni tra gli stati membri,
ha messo in discussione il principio fondante della solidarietà all’interno dell’Unione,
e ha portato con sé un incremento della povertà per un grande numero di cittadini,
oltre ad aver compromesso le future prospettive di molti tra i nostri giovani.
La situazione è drammatica, per molti addirittura tragica.


Noi, Vescovi Cattolici, chiederemmo che il progetto Europeo
non venga messo a rischio o abbandonato sotto le attuali costrizioni.


__________________________________
La Commissione dei Vescovi Europei:
Dichiarazione dei vescovi della “commissione dei vescovi europei” per le elezioni parlamentari europee 2014


Il Vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli :
http://www.pavaglionelugo.net/2014/04/una-notificazione-del-vescovo-di-imola.html


Il Vescovo di Ferrara:
http://www.telestense.it/arcivescovo-negri-n-vista-delle-prossime-elezioni-0506.html#gsc.tab=0

Gene Robinson vescovo secondo il cuore….. di chi….??

Gene-Robinson


Un vescovo cristiano,
non rappresenta se stesso
ma è espressione della sua Chiesa,
della tradizione della sua Chiesa,
del popolo cristiano a cui è affidato come pastore e guida,
è espressione di unità.
________________


Il vescovo Episcopaliano (tradizione anglicana) Gene Robinson ha divorziato dal compagno Mark Adrew che conosce dal 1987, dal 2008 in Unione civile e che ha sposato nel 2010.


Gene Robinson già sposato con Isabella McDaniel tra il 1972 e il 1986 dalla quale ha avuto due figli, Jamee Robinson (1977)ed Ella Robinson (1981).


Robinson già negli anni 70 si era reso conto della propria bisessualità, ha studiato in seminario, è stato ordinato sacerdote, si è sposato ed ha avuto due figli.


Robinson, prima di sposarsi con Isabella ha discusso con lei delle proprie perplessità relativamente al proprio orientamento sessuale, ma hanno deciso di sposarsi e andare avanti.


Nel 1986 ha parlato pubblicamente dei suoi orientamenti sessuali ed ha divorziato dalla moglie.


Robinson è eletto vescovo della diocesi del New Hampshire(U.S.A.) il 7 Giugno 2003 e consacrato il 2 novembre 2003.


Questo avvenimento, ha creato divisione e scissioni nella comunità Episcopaliana-Anglicana, quanto non meno forti manifestazioni di odio che hanno costretto Gene Robinson persino a mettere un giubbotto antiproiettile.


Centinaia di parrocchie hanno lasciato la Chiesa di tradizione Episcopale.


________________


Io mi chiedo
quanto debba essere riletto e riapprofondito in merito all’Apostolo Paolo
nell’affermazione sulla specificità del vescovo.


Paolo di Tarso, attraverso le sue lettere, ci mostra la propria cultura di figlio del proprio tempo.
Nella lettera a Timoteo,
dopo aver raccomandato che le donne devono pensare ad obbedire, a starsene da parte, ricordando che la donna è principio di inganno e menzogna,
ecco
che scrive sul vescovo….


bisogna che il vescovo sia
irreprensibile,
non sposato che una sola volta,
sobrio,
prudente,
dignitoso,
ospitale,
capace di insegnare,
non dedito al vino,
non violento ma benevolo,
non litigioso,
non attaccato al denaro.
Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità,
perché se uno non sa dirigere la propria famiglia,
come potrà aver cura della Chiesa di Dio?

E’ necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.”
(1Tim 3)


____________________


Siccome non credo che essere omoaffettivi/gay ed essere cristiani siano in antitesi,
siccome credo che ogni persona ha dignità per vivere i propri affetti secondo i doni del Signore,


proprio per questo,
scorrendo la vita di Gene Robinson
mi chiedo se questi rientrava nella raffigurazione del vescovo,
o forse
la comunità cristiana e la Chiesa locale,
non fosse tenuta ad un discernimento migliore
ricordando
almeno qualcuna delle parole dell’Apostolo Paolo.


Il sacerdote ed il vescovo
sono un dono alla Comunità cristiana locale.


Ma un giovane che manifesta confusione nella propria vita affettiva,
che guida può essere per una comunità quando sarà sacerdote ?


Ma anche una persona ormai matura,
che continua a manifestare questa confusione affettiva,
che guida assennata sarà per la propria comunità cristiana ?


Mi viene il dubbio,
che Gene Robinson sia arrivato all’episcopato,
non per rispondere alle specificità già elencate dall’apostolo Paolo,


quanto piuttosto per essere una bandiera ideologica ?


Non riesco a rintracciare di Gene Robinson, una produzione teologica, pastorale e biblica,
che abbiano dato il senso nella guida alla propria comunità.


Perché….


essere cristiani
non è come indossare una camicia piuttosto che un’altra,
non è come scopare con una bionda piuttosto che con una negra…

In ascolto delle persone

Giannino Piana - Verbania Pallanza

Usare l’ostia nella lotta politica

Il cardinal Burke come tanti cattolici integralisti,
tornano ad usare l’ostia della comunione nella lotta politica o contro i politici.

Ma l’ostia è il pane dei deboli, il pane dei peccatori, è il corpo di Cristo di cui il cristiano si ciba nel proprio cammino di conversione.

L’ostia
non è il pane per gli eletti,
non è il pane per i bravi,
non è il pane per i buoni,

non è il pane per gli angeli,

è il corpo dato agli uomini
da Cristo,
per entrare in comunione con Lui,
per camminare nella conversione.

Non risulta da nessuna parte,
che Gesù abbia posto come ricatto,

la richiesta di perdono al convitato,
la richiesta di una perfezione previa.

In nessuna azione,
Gesù,
durante la sua vita pre-pasquale,
ha MAI chiesto conversione PREVIA
prima di fare un suo dono,
un miracolo,
una sanazione.

 

l’ostia nella lotta politica

codanunziante ostia comunione nella lotta politica corrispondenza romanda - Burke l'ostia comunione contro politici ostia comunione contro i politici riscossa cristiana ostia comunione contro politici rossoporpora ostia comunione contro i politici